Alle start-up 5 milioni, ma al bando regionale si presentano solo in 34

Alle start-up 5 milioni, ma al bando regionale si presentano solo in 34
di Lorenzo Sconocchini
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Giovedì 25 Aprile 2024, 04:30 - Ultimo aggiornamento: 12:41

ANCONA Regione Marche punta cinque milioni di euro sul tavolo delle start-up, le imprese ad alto contenuto innovativo, ma la risposta del territorio - in particolare la platea di laureati disoccupati a cui era rivolto l’avviso pubblico - lascia sul piatto quasi tre quarti delle fiches, impegnando al massimo (se tutte le 34 domande verranno accolte) solo risorse per un milione e 360mila euro.

Si è chiusa lunedì la seconda finestra prevista dal bando Start & Innova Giovani promosso dalla Regione Marche a sostegno di laureati o laureandi per la creazione di nuove start up innovative nel territorio marchigiano, con una dote di 5 milioni di euro, ricavata da fondi Fse+ (il fondo sociale europeo plus con cui l’Ue sostiene l'occupazione) da suddividere in contributi a fondo perduto da 40mila euro per ogni candidato startupper ammesso.

Dopo le prime 12 domande arrivate nello slot dell’anno scorso da 2,5 milioni (10 quelle ammesse) nella seconda finestra, aperta dal primo febbraio al 22 aprile, sono arrivate altre 24 domande di contributi ora al vaglio della commissione che ne valuta l’ammissibilità. Poche, per un bando che in teoria avrebbe potuto erogare contributi a 125 progetti.

Iscritte 296 imprese

Il bando è destinato a finanziare le nuove start-up costituite dopo la domanda di contributo, in possesso dei requisiti per l’iscrizione al Registro delle imprese nella sezione speciale dedicata alle startup innovative, presso la Camera di Commercio. Quante ne sono attive al momento nelle Marche? Al momento del lancio del bando, nell’aprile 2023, la Regione riferiva che al Registro delle Start-up innovative di Infocamere aggiornato al 17 febbraio 2023 risultavano iscritte 341 imprese su un totale di 14.406 (2,5% del dato nazionale). Ma nell’ultimo aggiornamento della Camera di Commercio Marche, relativo al mese scorso, il dato delle start-up marchigiane era sceso a 296, meno di quante ce ne fossero dieci anni fa (325).

Anche per questo Regione Marche aveva deciso di lanciare il bando Start & Innova Giovani a cui potevano accedere i giovani laureati e laureandi disoccupati iscritti ai Centri per l’impiego, che non abbiano ancora compiuto 36 anni, residenti o domiciliati nella Regione Marche. Una platea piuttosto estesa, considerato che nel primo bimestre 2023, alla vigilia del lancio del bando, i disoccupati laureati fino a 35 anni di età iscritti ai Centri per l’impiego delle Marche erano 4.774, di cui il 38,4% disoccupati da oltre 24 mesi. Oltre un quarto del campione dei laureati fino a 35 anni posseggono un titolo terziario nelle aree disciplinari scientifiche e tecnologiche, le cosiddette lauree Stem), in teoria quelle più funzionali a un percorso da startupper.

Il target Giovani

Dati che, come si legge nel documento istruttorio del bando, «confermano che, nonostante la quota consistente di laureati entrati nel mondo del lavoro, permane un numero elevato di giovani laureati disoccupati iscritti ai Centri per l’impiego sui quali la Regione intende intervenire, anche in linea con le indicazioni regolamentari del ciclo di programmazione 2021/2027, che dedica particolare attenzione al “target Giovani”, favorendo azioni mirate finalizzate a migliorare l'accesso all'occupazione».

E per lanciare l’opportunità del contributo a fondo perduto da 40mila euro Regione Marche aveva organizzato, anche tra la prima e la seconda finestra di domande, delle giornate informative di approfondimento sul bando. L’avviso pubblico, aperto anche agli spin off universitari che impiegano in chiave imprenditoriale i risultati della ricerca dell’Università, riguardava progetti di impresa innovativa in uno degli ambiti produttivi prioritari individuati dalla Strategia di Specializzazione intelligente 2021-2027 della Regione Marche: Casa e Arredo ed Ambienti di vita; sistema Moda e Persona; Engineering e Meccanica; Sistema agroalimentare; prodotti e servizi per la cultura e l’educazione; prodotti e servizi per la salute; economia dei servizi e del turismo.

Al momento però non c’è stata la corsa al contributo che ha caratterizzato altri bandi regionali, come ad esempio quello del Fondo Nuovo Credito, strumento che, grazie ai fondi Fesr, concede garanzie e abbattimento dei tassi sui prestiti bancari a piccole e medie imprese e ai lavoratori autonomi. In neanche due mesi erano arrivate oltre 2.000 richieste, che avevano assorbito tutte le risorse disponibili (quasi 20 milioni) costringendo la Regione a fine marzo a sospendere l’accettazione di nuove domande.

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