Europee, Pd masochista: Schlein schiera Franchi, il candidato anti-Ricci: il sindaco di Arquata potrebbe drenare voti nell'Ascolano

Malumori nel partito regionale per la scelta. In campo per i democrat anche Morani

Europee, Pd masochista: Schlein schiera Franchi, il candidato anti-Ricci
di Martina Marinangeli
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Mercoledì 1 Maggio 2024, 00:30 - Ultimo aggiornamento: 2 Maggio, 17:42

ANCONA Non c’è due senza tre, recita il detto. Ma il terzo (incomodo) arriva inaspettato, generando non pochi malumori. I mal di pancia si geolocalizzano in casa Pd, partito che nella corsa per il Parlamento europeo cala un tris di marchigiani nella circoscrizione del Centro. Ieri ai già noti Alessia Morani, ex deputata ed ex sottosegretaria, e Matteo Ricci, sindaco uscente di Pesaro, si è aggiunta la new entry Michele Franchi, primo cittadino di Arquata del Tronto e tra le più battagliere fasce tricolore dell’area del cratere sismico. 

La genesi

A chiamarlo per chiedergli la disponibilità a candidarsi è stata direttamente la segretaria nazionale Elly Schlein, sua amica dai tempi dell’Università a Bologna. Un legame che era già emerso nel congresso nazionale per il dopo-Letta: mentre tutti i big del Pd marchigiano si schieravano con Stefano Bonaccini, Franchi veniva nominato coordinatore del comitato a sostegno di Schlein nell’Ascolano. Lealtà ora premiata con la sua candidatura alle Europee, che ha però aperto un’ennesima frattura nel già lacerato partito marchigiano. Quello di Franchi viene visto - con molte ragioni e pochi torti - come un nome anti-Ricci e ieri le chat dei sostenitori del primo cittadino di Pesaro si sono infiammate. Il sindaco di Arquata - quota blu anche lui - potrebbe drenare voti nell'Ascolano, provincia su cui Ricci sperava di fare incetta di consensi forte dell'asse con Luciano Agostini, pezzo da 90 del Pd piceno. E infatti, diretto interessato a parte, i primi ad essere rimasti sorpresi (e parecchio infastiditi) per la decisione di Schlein di inserire last minute nello scacchiere questa terza pedina sono stati proprio Agostini e la provincia del Sud.

Reazione a catena che ha lasciato amareggiato, a sua volta, lo stesso Franchi, fin qui molto ben voluto dai colleghi dem ascolani. Ma la posta in gioco va ben oltre la geografia. Per la prima volta nella sua carriere politica, Ricci rema contro la corrente più forte. Franchi ha fatto l’en plein appoggiando Schlein al congresso nazionale e l’attuale segretaria marchigiana Chantal Bomprezzi a quello regionale. Morani ci ha azzeccato a metà: ha perso la scommessa nazionale, ma ha stravinto quella regionale.

Gli schieramenti

La Morani non si è limitata a sostenere Bomprezzi, è stata la madrina della sua candidatura. Ricci invece le ha sbagliate entrambe, schierandosi con Bonaccini per il Nazareno con e Michela Bellomaria nelle Marche. Una debacle che ora lo ha relegato nella minoranza dem: pare scontato che, dei tre, sarà quello che otterrà meno appoggio dal partito, peraltro in una consultazione in cui l’appoggio del partito è tutto. Ma la questione è più spinosa di così: nessuno dei candidati marchigiani del Pd ha molte chance di sedere sugli scranni dorati di Bruxelles. E infatti per Ricci e Morani le elezioni Europee rappresentano una sorta di primarie dem per la scelta del candidato governatore nel 2025. Servono a contarsi e soppesarsi: chi prenderà più voti nelle Marche avrà la fiche più ricca da giocare con il Nazareno al momento della scelta dello sfidante di Acquaroli.

L’assetto

Con lo schieramento messo in campo da Schlein, però, Ricci viene azzoppato proprio nei suoi due principali bacini elettorali: nel Pesarese, dove la sfidante sarà appunto la sua nemesi Morani, e nell’Ascolano, dove con l’appoggio di Agostini avrebbe potuto fare il pieno. Ora Franchi gli sottrarrà inevitabilmente qualche voto. E così la maratona di Ricci si trasforma in una corsa a ostacoli.

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