LA VICENDA
Il risultato di tanto lavoro sul campo è Il corpo di Mussolini - Odissea di un cadavere (Neri Pozza) che esce a 80 anni dalla morte del dittatore. E che ripercorre la storia dei resti del duce e riesce a fare chiarezza su molti dettagli rimasti oscuri. Poco dopo i tragici fatti di piazzale Loreto, il corpo di Mussolini viene sepolto in un campo del cimitero di Musocco, a Milano. Un luogo anonimo, ma non troppo, perché un anno dopo tre giovani nostalgici (tra i quali un certo Domenico Leccisi, che incontreremo di nuovo) decidono riesumare il cadavere, chiedendo che lo Stato italiano assicuri una sepoltura degna, in un luogo consacrato.VENERAZIONE
Il momento non poteva essere peggiore. Da una parte il nuovo governo guidato da Alcide De Gasperi vuole evitare che la tomba diventi luogo di pellegrinaggio e di «fanatica venerazione». «Mancano 39 giorni al referendum istituzionale - dice Savoia - che dovrà scegliere tra monarchia e repubblica. Quindi si scatena una caccia al cadavere e questi neofascisti di 26 anni, non sapendo a chi rivolgersi, bussano alle porte dell'Angelicum, questo convento accanto alla chiesa di Sant'Angelo, che è guidato da padre Enrico Zucca e da padre Alberto Parini». Il primo è il superiore del convento; e il secondo è il fratello dell'ex podestà di Milano. Così, mentre il ministro dell'Interno Giuseppe Romita smuove i servizi segreti per cercare di recuperare il cadavere, il corpo di Mussolini si sposta prima tra Milano e Madesimo, poi dalla Valtellina di nuovo a Milano, quindi alla Certosa di Pavia, ancora a Milano, infine a Cerro Maggiore.L'AMMISSIONE
«Uno dei due preti - racconta Savoia - ammette di essere effettivamente in possesso del cadavere, però chiede garanzie scritte al capo della polizia che Mussolini sarà sepolto con tutti i crismi della cristianità». Così il "salmone", come veniva chiamato dalla stampa, molto interessata alla vicenda, viene prima recuperato nella Certosa di Pavia e quindi portato in questura, a Milano. «Il governo ovviamente si vende l'operazione come grande operazione di recupero, e quindi invita giornalisti e fotografi a visionare quel baule in cui era nascosto il corpo di Mussolini». Poco dopo, il questore di Milano parte con il baule in macchina e porta questo cadavere in un piccolo convento a Cerro Maggiore, vicino a Legnano, tra Milano e Varese.In realtà il corpo è tutt'altro che integro. «L'encefalo si trova conservato in un vaso insieme a molti altri reperti nell'Istituto di Medicina legale di Milano», scrive Savoia. Mentre gli americani - che chissà cosa pensavano di scoprire studiando la materia grigia del duce - «hanno dovuto accontentarsi di un piccolissimo frammento».
Tra i protagonisti del libro figurano certamente i due che fanno da tramite con i neofascisti. E in particolare padre Zucca, coinvolto in molte vicende del Paese, e che aveva stretti rapporti con la classe dirigente milanese. Alcuni lo definiscono il «cappellano dell'Anello». Vale a dire, «il punto di riferimento di una sorta di servizio segreto in contatto con esponenti dell'intelligence americana e con alcuni gerarchi fascisti». Savoia ricorda anche una relazione della Commissione parlamentare sulle stragi del 1995, in cui si ricorda come «nell'immediato dopoguerra furono costituite strutture paramilitari segrete con compiti non solo difensivi ma anche informativi e di contro-insorgenza». D'altronde, Winston Churchill aveva visto nell'«uomo del destino» di Predappio un baluardo contro l'avanzata bolscevica in Europa, almeno fino al 1938.
RELIQUIE
Ma la vicenda del corpo di Mussolini, che ricorda la venerazione morbosa di certe reliquie sacre, non finisce qui. Il cardinale Ildefonso Schuster e De Gasperi hanno disposto che i resti rimangano all'interno di strutture religiose. Ma dodici anni e quattro mesi dopo la morte del duce, a fine agosto 1957, il corpo viene sepolto nella tomba della famiglia Mussolini nel cimitero di Predappio. Come andò lo racconta anche lo storico Denis Mack Smith nella sua Storia d'Italia. Il governo presieduto da Antonio Segni si ritrova senza l'appoggio di repubblicani e socialdemocratici. L'incarico passa quindi ad Adone Zoli, romagnolo di Predappio alla guida di un monocolore democristiano, di cui fa parte anche il non ancora quarantenne Giulio Andreotti come ministro delle Finanze. Per ottenere la maggioranza in Parlamento, ha bisogno dei voti del Movimento sociale. Qui torna Domenico Leccisi, l'uomo da cui tutto è cominciato, eletto nelle file del Msi, che chiede la restituzione della salma di Mussolini alla famiglia. Un'occasione davvero irripetibile.
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