Dalla compagnia del teatro Finestra ai film d’autore che registrano il sold out nelle sale di tutta Italia: l’ascesa di Gabriel Montesi è ormai lampante e non può che inorgoglire anche l’intera comunità apriliana. Gabriel Montesi, 32 anni, originario di Aprilia, è appena tornato dall’81esima Mostra internazionale dell’arte cinematografica di Venezia dove ha attraversato il red carpet accanto ai colleghi Alessandro Borghi e Federica Rosellini, per la presentazione del film in concorso Campo di Battaglia di Gianni Amelio. Uscito nelle sale il 5 settembre, Campo di Battaglia è già al quarto posto tra i film più visti in Italia: “Stiamo facendo il tour delle sale per presentare il film e siamo contenti di vedere tanta partecipazione”, racconta l’attore. Stasera, mercoledì 11 settembre alle 21 il film sarà presentato a Latina, al Cinema Corso. In sala ci saranno il regista Gianni Amelio e Gabriel Montesi. Saluteranno il pubblico prima della proiezione e risponderanno alle domande di Renato Chiocca e del pubblico in sala al termine del film.
«Venezia regala sempre emozioni uniche - commenta Montesi al ritorno dal Festival - ed è un onore esserci stato insieme a un maestro del cinema come Gianni Amelio» racconta l'attore. Il film è ispirato al romanzo "La sfida" di Carlo Patriarca. Montesi recita da protagonista accanto a Borghi e Rosellini. Ambientato durante la prima guerra mondiale, il film narra le vicende di due amici d’infanzia, Stefano Zorzi e Giulio Farradi, medici che lavorano nello stesso ospedale militare del Nord Italia. Montesi veste i panni del dottor Zorzi mentre Borghi presta il volto al dottor Farradi.
«Con Alessandro Borghi c’è un legame profondo. È un collega fantastico, un amico generoso che ti sostiene e ti ascolta. Federica l’ho incontrata a un casting e avremmo dovuto fare un film insieme che poi non è partito, una gioia ritrovarsi sul set di Campo di battaglia», racconta Gabriel. «Lavorare con Amelio è un’esperienza trascinante, vieni travolto dalla sua passione e ti immergi completamente nei suoi aneddoti sul cinema», racconta. Nei mesi scorsi Montesi ha lavorato duramente per attingere a una memoria storica autentica: «Con Amelio abbiamo studiato per dare le giuste sfumature al personaggio. Ho studiato testi di medicina dell'epoca, con disegni fatti a mano, per assorbire l’esperienza visiva di quel momento storico. Ho avuto la fortuna di trovare un lotto di vecchie mappe militari, dove vi erano segnati a mano gli ospedali da campo, i forti e gli appunti dei militari. Trovare elementi e oggetti del passato è la chiave per la giusta ispirazione, essenziali per esplorare passato e presente - racconta l'attore 32enne - Come dice Amelio questo non è un film di guerra, ma un film sulla guerra, una fotografia in movimento di un tempo passato, un film che arriva alle coscienze di tutti».