Icona, leggenda, comfort food, sogno collettivo, spirito nazionale. Parliamo di lei, la pasta. Quella che resiste a ogni moda, che sopravvive alla demonizzazione dei carboidrati. Non è solo un piatto: è un manifesto. Un simbolo, come la Vespa, il Colosseo, la moda milanese o le schiacciate di Paola Egonu. Stavolta, però, la regina della dieta mediterranea scende in campo in divisa azzurra, affiancata da una squadra d’eccezione: la nazionale femminile di volley. Ed è così che il piatto più amato dagli italiani si fa portavoce di un messaggio semplice ma potente: mangiare bene è un atto di cultura. E di salute.
L’EVENTO
Il lancio ufficiale della nuova campagna è andato in scena ieri al Circolo del Tennis del Foro Italico, nel cuore di Roma, con un evento che ha messo insieme sport, istituzioni e cultura agroalimentare. Protagoniste sul palco tre atlete della nazionale: la palleggiatrice Carlotta Cambi, la schiacciatrice Ekaterina Antropova e la centrale Anna Gray. Sono loro a rappresentare il gruppo delle campionesse azzurre, incaricate di lanciare il messaggio della campagna promossa dal Ministero dell’Agricoltura, in collaborazione con l’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (ISMEA) e la Federazione Italiana Pallavolo (FIPAV). Un’iniziativa che unisce due eccellenze italiane – la pasta e il volley femminile – per raccontare, soprattutto ai più giovani, che nutrirsi in modo corretto non è solo una questione di gusto, ma anche di energia, equilibrio e identità. Accanto alle giocatrici, a presentare il progetto c’erano anche il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida e il ministro per lo Sport Andrea Abodi, insieme ai vertici della filiera pastaria e della Federazione: Giuseppe Manfredi per FIPAV, Livio Proietti per ISMEA, Marco Mezzaroma per Sport e Salute e Paolo Barilla per UnionFood. «È un elemento di benessere, sinonimo di identità e qualità – ha spiegato Lollobrigida –. Oggi coniughiamo sport e alimentazione grazie a straordinarie ambasciatrici come le nostre pallavoliste».
I DATI
Nel 2024 l’Italia ha sfornato 3,2 milioni di tonnellate di pasta di semola secca, un vero e proprio colosso agroalimentare. Oltre il 60% di questa montagna di spaghetti, penne e fusilli varca i confini nazionali, facendo del nostro Paese il primo produttore e primo esportatore mondiale. Sono 2,2 milioni le tonnellate di pasta italiana che finiscono sulle tavole di Germania, Stati Uniti, Regno Unito e Francia, solo per citare i principali mercati. Dietro il semplice gesto di mettere l’acqua a bollire quindi c’è un’industria che vale 8,7 miliardi di euro, un impero che si piazza al secondo posto tra i prodotti agroalimentari più esportati, subito dopo il vino. Sono quasi 11.000 le persone impiegate in 140 pastifici, un sistema produttivo solido che rappresenta il 4,4% del valore complessivo del settore food nazionale. Ma la pasta non è solo numeri: è un patrimonio culturale, un simbolo identitario che attraversa generazioni, unisce famiglie e racconta la nostra storia, fatta di nonni, pranzi domenicali e tradizioni. «Vogliamo proteggere e valorizzare il made in Italy – ha sottolineato il ministro Lollobrigida –. Siamo leader mondiali per qualità e benessere, e dobbiamo esserne orgogliosi».
LA CAMPAGNA
Ed è proprio su questa doppia identità – economica e culturale – che si fonda il cuore della campagna. Spot televisivo, clip social e una presenza fissa nei principali eventi del volley italiano, a cominciare dal tour #Adessopasta, partito da Montesilvano e in arrivo il 3 agosto a Marina di Modica. Il filmato è stato girato durante il ritiro preolimpico della nazionale al Centro Pavesi di Milano e racconta un momento quotidiano: le atlete a tavola, tra risate e forchettate, con un piatto cucinato a sorpresa dalla capitana Danesi e dalla vice Cambi. Un’immagine semplice, ma carica di significato: la pasta non è una rinuncia né un tabù. È un’alleata, capace di unire come una vera squadra. Fornisce energia costante, ha un basso indice glicemico, stimola la serotonina e favorisce il recupero. «Scegliere le nostre azzurre come ambasciatrici di felicità è il modo più diretto e coinvolgente per parlare ai giovani – ha sottolineato Abodi –. Portiamo questo messaggio nelle scuole, nelle palestre, nelle famiglie». Perché, come nello sport, anche a tavola la forza è nel gioco di squadra.