Desirée, stuprata e uccisa a coltellate: l'adulto del branco ora chiede la revisione del processo

Desirée, stuprata e uccisa a coltellate: l'adulto del branco ora chiede la revisione del processo
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Mercoledì 9 Gennaio 2019, 16:53 - Ultimo aggiornamento: 17:17

Non c'è pace per Desirée Piovanelli diciassette anni dopo la tragica morte a Leno, nel Bresciano. Desi, come la chiamavano tutti gli amici, aveva 14 anni, era un’adolescente brava a scuola, studentessa al primo anno del Liceo Scientifico di Manerbio (Brescia). Venne colpita a morte da quattro vicini di casa: tre ragazzi e un adulto, Giovanni Erra, che tentarono di stuprarla e poi la uccisero a coltellate all’interno di una cascina. Gli adolescenti vennero condannati a 18, 15 e 10 anni di reclusione, Erra, che guidava il branco, a 30 anni.



Ora Giovanni Erra «vuole chiedere la revisione» del processo. Lo spiegano gli avvocati Nicodemo Gentile e Antonio Cozza ai quali l'uomo, in carcere da 17 anni, ha «conferito incarico» affinché «compiano tutte le attività necessarie per arrivare ad una revisione» della sentenza. «È tempo di verità», dice Erra, come comunicato dai legali. Giovanni Erra, spiegano i legali, «l'unico adulto condannato a 30 anni per l'omicidio della giovane Desirée, in carcere dal 2002, contesta ed attacca la ricostruzione dei fatti così come operata dai Giudici».

«È una verità processuale che non convince, perché è altamente probabile che nella Cascina Ermengarda è successo qualcosa di diverso, da quanto finora sancito dalla Giustizia», affermano ancora gli avvocati Gentile e Cozza, i quali spiegano che «stanno lavorando per acquisire eventuali elementi utili per supportare tecnicamente una richiesta di revisione». Secondo le sentenze, Desirée venne uccisa perché oppose resistenza a un tentativo di violenza sessuale. Nei mesi scorsi, tra l'altro, è emersa anche la notizia che lo stesso padre della ragazza, Maurizio Piovanelli, ha presentato in Procura a Brescia un esposto, spiegando che dietro l'omicidio della figlia, a suo dire, ci sarebbe «un qualcosa di molto più grande e che va oltre il tentativo di stupro, con dei mandanti che sono ancora in giro».

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