Così Chiara Rizzo gestiva i soldi di famiglia: «Ti mando "Le creme" tramite l'avvocato»

Chiara Rizzo
di Sara Menafra
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Lunedì 12 Maggio 2014, 10:41 - Ultimo aggiornamento: 10:42
Al telefono col marito, la bella Chiara Rizzo preferiva parlare in codice. Secondo gli inquirenti reggini, era lei l’anello di congiunzione indispensabile tra il Matacena e gli ulteriori protagonisti della vicenda». Continuamente in contatto col marito, sia quando l’uomo era latitante alle Maldive sia dopo il fermo a Dubai dell’agosto scorso, stando alle intercettazioni è attraverso le mani dell’ex modella residente nel principato di Monaco che passavano gli affari dell’imprenditore condannato per concorso esterno con la ’ndrangheta. E, allo stesso modo, gestiva i soldi per mantenere il marito all’estero.



LE CREME

Nei continui contatti al telefono, però, ogni tanto le sfuggiva qualche particolare. Ad esempio quando a settembre, chiama il marito parlandogli di ”creme” che gli saranno consegnate tramite un avvocato in attesa delle sue precise indicazioni: «Chiara dice che sta andando in macchina a Milano, ha dove dormire in albergo e poi deve sbrigarsi un’altra cosa di lavoro sua - si legge nel brogliaccio riassuntivo - Aggiunge che andrà a prendere "quelle creme" che lui le aveva chiesto, così le darà ad Ottavia (l’avvocato Ottavia Molinari). Lui replica che sono importanti e che, dopo che le porta, le dirà che deve fare. Chiara conclude che devono essere cose sicure, in quanto in questo momento non vale la pena».



LA FUSIONE INVERSA

Il centro dei progetti della Rizzo è quella che gli inquirenti chiamano la ”fusione inversa” delle società del marito. In sostanza, una settimana dopo la condanna in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa, Matacena aveva progettato una «attribuzione fittizia a Chillemi Antonio della titolarità delle quote societarie» delle sue aziende, piccole ditte che, più che altro, gestiscono la flotta di motonavi che collegano la Calabria alla Sicilia e ad alcune isole minori. Stando al decreto di perquisizione, Rizzo e Politi «risultando direttamente coinvolti nei ruoli di veri e propri sostituti del titolare e di tanto vi è ampia dimostrazione nelle attività tecniche già evidenziate che li descrivono come soggetti fortemente motivati e pronti ad adottare una linea di difesa ad oltranza a fronte delle possibili contestazioni e predispongono strategie per impedire di associare la disponilità economica della Rizzo al patrimonio del coniuge».



LA SEPARAZIONE

Nel passaggio, ha un ruolo fondamentale anche la separazione formale tra Matacena e la donna. Che però vorrebbe mantenere la notizia solo nell’ambito finanziario, senza che ne venissero informati parenti e amici. Il 30 settembre 2014, Chiara parla al telefono con l’ex moglie del fratello di suo marito, Vanessa. «Nel corso della telefonata, l'interlocutrice si congratula con Chiara per la decisione assunta di separarsi da Amedeo. Chiara, mostrandosi esterrefatta rispetto al fatto che tale informazione sia in possesso della sua interlocutrice, replica prontamente precisando che, in effetti, ”non si tratta di una separazione”». Ma poi chiama Martino Politi per lamentarsi del fatto che la notizia già circola. E fa capire chiaramente che la separazione è fittizia: «Tu lo sai per quali motivi ... al telefono, a lei cosa dovevo dire». Martino le risponde che le cose di famiglia non si devono dire e, Chiara, di rimando: «Ma poi a Vanessa? Ma poi non hanno capito della gravità se questa cosa si sa in giro!? Ma poi Raffaella perché glielo ha detto della separazione, che era una cosa nostra, che abbiamo detto di giorno io, tu e lei!! Io a Enzo non gliel'ho detto proprio perchè non glielo volevo dire, eh!».
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