Quando otto anni fa ha lasciato Palmanova, paesino della provincia di Udine, per trasferirsi negli Stati Uniti, non avrebbe mai immaginato di diventare il primo uomo protagonista di una rivoluzione scientifica chiamata trasmissione del pensiero. Si definisce uno dei tanti cervelli in fuga Andrea Stocco, 37 anni, ricercatore all'università di Washington a Seattle. Il suo volto sorridente mentre indossa un casco per la stimolazione magnetica transcranica sta facendo il giro del web: Stocco in un'assolata giornata di agosto, nel suo laboratorio, è riuscito a muovere l'indice della mano destra sotto l'impulso del pensiero del suo collega, Rajesh Rao, seduto in un’altra stanza mentre osservava un videogioco. A collegare i due ricercatori computer, internet e apparecchi per l'elettroencefalogramma che registrano onde cerebrali. Rajesh ha pensato di muovere il dito, l'impulso ha viaggiato nelle strade infinite dei pc ed è arrivato nell'altra stanza, costringendo Stocco a muovere l'indice della mano destra.
FUSIONE MENTALE
«La sensazione della mano che si muove da sola non è diversa da quella che si prova quando si ha un tic nervoso alle sopracciglia – racconta Stocco - In verità è stato molto meno fastidiosa di un tic che è sempre accompagnato da una sensazione di tensione ai muscoli.
AL LAVORO CON I GENI
Stocco è entusiasta: racconta della laurea presa nel 2001 all'Università di Trieste, del dottorato di ricerca in psicologia e dell'incontro con l'uomo che, dice, gli ha cambiato la vita: «Il professor Danilo Fum, che insegnava Intelligenza artificiale e Scienze cognitive a Trieste è la causa della mia passione per neuroscienze e computer». «Nel 2005 – racconta – sono andato alla Carnegie Mellon University di Pittsburgh per una borsa di post-dottorato. Già – aggiunge con un po' di rammarico - mi rendo conto di essere uno dei tanti cervelli in fuga con poche prospettive in Italia». Ma Andrea non si è arreso: «Ho avuto l'opportunità di lavorare con autentici geni come John Anderson, Christian Lebiere, e Randall O'Reilly, personaggi che hanno fatto passi da gigante nel riprodurre le funzioni del cervello al calcolatore. E nel 2010 mi sono spostato a Seattle». Il sogno di Stocco non è finito: «Diversi esperimenti in programma riprenderanno la settimana prossima: vogliamo replicare il test con più persone e cercare di trasmettere informazioni più complesse di un semplice impulso motorio». Intanto lui pensa alle possibili applicazioni: «Un chirurgo potrebbe controllare le mie mani e aiutarmi a compiere un'operazione. Oppure, un pilota potrebbe aiutarmi a guidare un aeroplano».
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