Buone notizie per Maurizio Cocco, l’imprenditore fiuggino detenuto da tre anni in Costa d’Avorio. La drammatica vicenda dell’ingegnere sessantaduenne di Fiuggi potrebbe essere giunta davvero a un punto di svolta grazie alla solidarietà dimostrata dall’imprenditore ciociaro Guglielmo Cialone. Malgrado lo sforzo diplomatico, la mobilitazione della famiglia - la moglie, Assunta Giorgilli, è arrivata a incatenarsi davanti palazzo Chigi, a Roma, per portare all’attenzione delle istituzioni nazionali il caso di suo marito – la catena di solidarietà avviata tramite una raccolta fondi on line a metà febbraio scorso, non aveva prodotto i risultati sperati.
La situazione è rimasta appesa a un palo, incagliata nelle secche di un procedimento giudiziario che è approdato nella richiesta di una cauzione di 300mila euro ridotta a 150mila euro. Maurizio Cocco, nel frattempo è ancora detenuto nel penitenziario di Abidjan, capitale della Costa d’Avorio. Ridotto pelle e ossa, malato, sta lottando con le poche forze che gli sono rimaste per riabbracciare la sua famiglia, dopo trentasei mesi dietro le sbarre. La sua vita è appesa a un filo. Non c’è più molto tempo da perdere.
Le tappe
Già a febbraio, quando fu proprio lui ad avviare in rete la raccolta fondi, mostrava il volo sofferente di una persona malata, psicologicamente provata, «prigioniero nel silenzio», come si è autodefinito.
Trattenuto e processato per frode fiscale (le indagini avevano fatto decadere le altre accuse), è stato condannato a 24 mesi di reclusione. Quando viene emessa la condanna di primo grado a due anni per frode fiscale, di fatto li ha già scontati. Lo scorso anno stava per essere rimesso in libertà ma all’ultimo momento venne nuovamente trattenuto per un’ulteriore indagine relativa al riciclaggio, reato peraltro già contestato e per il quale era stato anche già stato ascoltato.
Dopo aver chiarito nuovamente la sua posizione, gli avvocati hanno chiesto la libertà provvisoria. Negata una prima volta, gli è stata accordata la seconda a fronte di una cauzione a garanzia di 1,5 milioni di euro, successivamente stabilita in 300mila. A forza di contrattazioni si è scesi a 150mila euro. Una cifra in ogni caso esorbitante, in questo momento, per la famiglia. Dalla raccolta on line non si è riusciti a ricavare un granché.
Un paio di mesi fa, quindi, si è mossa la politica: il sindaco di Fiuggi, Alioska Baccarini, si è attivato con la Provincia di Frosinone mettendo in campo una serie di iniziative per raccogliere i fondi necessari a tirar fuori l’ingegnere Maurizio Cocco dall’incubo che sta vivendo. L’11 aprile al teatro comunale di Fiuggi si è tenuto uno spettacolo musicale i cui proventi sono stati devoluti alla causa di Cocco.
L'impegno per salvarlo
Lo scatto decisivo per aiutare Cocco sembra essere arrivata dall’azione messa in campo dall’imprenditore di Ferentino Guglielmo Cialone che, insieme al professore Biagio Cacciola e alla comunità parrocchiale dei santi Giuseppe e Ambrogio a Ferentino, si è esposto in prima persona per sostenere la causa della scarcerazione di Maurizio Cocco.
Domani, nel corso di una conferenza stampa che si terrà a Ferentino, nella sede della Cialone Tour, alla presenza della famiglia dell’ingegnere fiuggino, saranno rivelati i dettagli. Lo rende noto Padre Wilfrid Bikouta, parroco della chiesta Santi Giuseppe e Ambrogio di Ferentino: «La situazione quasi drammatica di Maurizio Cocco – si legge in un comunicato - non può e non deve essere gestito dalla sola moglie e famiglia biologica. Ci vuole uno slancio più sostenuto di solidarietà per riportarlo a casa. Attorno a Guglielmo Cialone, la Banca Centro Lazio, donatori e amici si sono riuniti per raggiungere la cauzione chiesta dal tribunale ivoriano».
Annalisa Maggi
© RIPRODUZIONE RISERVATA