Scuole più sicure e moderne. È questo il desiderio dei contribuenti italiani quando si tratta di devolvere parte delle loro tasse per iniziative di carattere umanitario e sociale.
Nel corso del 2024 l’8x1000, tra scelte espresse o lasciate in bianco (escluse le opzioni in favore degli organismi religiosi), ha fatto registrare 202 milioni di euro di gettito. E la classifica delle opzioni parla chiaro. Su 128 milioni di euro di imposte indicate espressamente in dichiarazione dei redditi, l’edilizia scolastica figura nettamente come la più importante della priorità con 59,3 milioni di euro(29,21%). Come a dire che quasi un terzo dei contribuenti la considera la più urgente delle esigenze.
LA GRADUATORIA
A distanza notevole la classifica prevede: per la fame nel mondo, 19,2 milioni di euro (9,36%), per le calamità naturali 25,4 milioni di euro (12,38%), per l’assistenza ai rifugiati e ai minori stranieri non accompagnati 9,6 milioni di euro (3,45%), per la conservazione di beni culturali 24 milioni di euro (9,2%). In graduatoria non sono presenti preferenze per la categoria «prevenzione e recupero dalle tossicodipendenze e dalle altre dipendenze patologiche», poiché tale opzione è stata introdotta solo a partire dal prossimo anno.
Quanto invece alle risorse relative alla quota a diretta gestione statale per le quali non è stata operata la scelta dei contribuenti oggetto di ripartizione 2024 (pari a 73,6 milioni), si prevede la seguente destinazione: Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, per un importo di 14,7 milioni di euro (il 20% del totale), e la categoria «prevenzione e recupero dalle tossicodipendenze e dalle altre dipendenze patologiche» per un totale di 58,9 milioni di euro (il restante 80%).
GLI EVENTUALI RESIDUI
Lo schema di delibera prevede, inoltre, che le eventuali risorse che dovessero residuare saranno destinate con successiva delibera nel rispetto delle finalità di cui agli articoli 47 e 48 della legge 222 del 1985: rispettivamente, «scopi di interesse sociale o di carattere umanitario a diretta gestione statale, nonché scopi di carattere religioso a diretta gestione della Chiesa cattolica», e «interventi straordinari per fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati e ai minori stranieri non accompagnati, conservazione di beni culturali, e ristrutturazione, miglioramento, messa in sicurezza, adeguamento antisismico ed efficientamento energetico degli immobili di proprietà pubblica adibiti all'istruzione scolastica nonché prevenzione e recupero dalle tossicodipendenze e dalle altre dipendenze patologiche; da parte della Chiesa cattolica per esigenze di culto della popolazione, sostentamento del clero, interventi caritativi a favore della collettività nazionale o di paesi del terzo mondo».
Occorre ricordare che la ripartizione dei fondi avviene in proporzione alle scelte espresse, che devono avere un solo destinatario. In mancanza di firma (e quindi di scelta), l’8x1000 dell’Irpef viene comunque attribuito, sempre in maniera proporzionale alle scelte espresse. Tuttavia, la quota non attribuita, proporzionalmente spettante alle Assemblee di Dio in Italia e alla Chiesa Apostolica in Italia, è devoluta alla gestione statale.
L’8x1000, che è stato introdotto con un accordo Stato-Chiesa nel 1984 ed è mediamente scelto dal 42 per cento dei contribuenti, non sostituisce il cinque per mille e il due per mille: il contribuente può compiere tutte e tre le assegnazioni contemporaneamente in sede di dichiarazione dei redditi.