A diminuire è anche la quota d'italiani che acquisteranno regali natalizi, soltanto il 74,2% dei consumatori, la percentuale più bassa dall'inizio della rilevazione di Confcommercio. L'anno scorso la quota era pari all'86,9%. L'associazione stima anche la più alta percentuale di persone che prevede un Natale molto dimesso (84,5% contro il 68,7% del 2019). Quanto alla spesa, quest'anno ai regali saranno destinati complessivamente 7,3 miliardi, in calo del 18% rispetto allo scorso anno (8,9 miliardi). In termini pro capite, si spenderanno 164 euro, cifra leggermente inferiore a quella del Natale 2019 (circa 170 euro).
"La crisi rallenta i consumi e l'emergenza Covid obbliga ancora molte imprese a restare chiuse come quelle della ristorazione. Ma c'è tanta voglia di ripartire che va incoraggiata - ha commentato il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli - Bene, come da noi richiesto, che l'ultimo decreto preveda l'esonero degli oneri fiscali per le imprese più penalizzate. Un'attenzione necessaria che chiediamo anche per gli indennizzi che devono essere ancora rafforzati".
Nel 2019 il mese di dicembre valeva 110-115 miliardi di euro di spese per consumi (inclusi affitti, utenze, servizi), pari a circa 81 miliardi per le sole spese commercializzabili, cioè alimentari, abbigliamento, mobili, elettrodomestici bianchi e bruni, computer, cellulari e comunicazioni, libri, ricreazione, spettacoli e cultura, giocattoli, alberghi, bar e ristoranti. Nel 2020 questa spesa scende a circa 73 miliardi di euro correnti. Dicembre potrebbe "valere ancora di più se ci fossero condizioni più favorevoli di contesto e di fiducia: molti italiani potrebbero spendere le risorse involontariamente accumulate durante il lockdown per mancanza oggettiva di opportunità di consumo", sottolinea Confcommercio. I risparmi detenuti in forma liquida sono infatti cresciuti di 80 miliardi di euro nei primi sei mesi del 2020 rispetto alla prima parte del 2019.
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