"Tirrenia è la prima compagnia di navigazione ad aver dovuto sospendere i servizi di collegamento tra le isole e la terraferma, tra poco potrebbero seguire anche altre società". E' l'allarme appunto lanciato dal Presidente Stefano Messina, secondo cui "nonostante la lettera inviata al Governo il 25 marzo, nessuna misura è stata presa per sostenere le imprese che in questo mese hanno perso oltre il 90% dei ricavi pur continuando a sostenere tutti i costi operativi. Anzi, per la verità, questi costi sono addirittura aumentati".
"Tirrenia - spiega Messina in una nuova lettera alla Ministra Paola De Micheli - ha dovuto prendere la sua decisione dopo che i Commissari liquidatori della vecchia bad company hanno chiesto il sequestro conservativo dei conti correnti di Tirrenia Cin, nonostante fosse stata data loro disponibilità a fornire garanzie di pagamento di quanto ancora dovuto alla società in Amministrazione Straordinaria".
"Ma al di là del merito delle questioni giuridiche - sostiene il Presidente Assarmatori - è evidente che bloccare i conti societari in questo momento di gravissima crisi di liquidità per il settore significa rendere impossibile ogni operatività e di conseguenza bloccare i collegamenti con la Sicilia, la Sardegna e le Tremiti e impedire il flusso di merci vitali non solo per le popolazioni interessate ma per l'intero Paese. E la drammatica situazione in cui si sono trovati oggi gli Amministratori di Tirrenia potrebbe a brevissima scadenza riguardare tutti gli altri armatori impegnati nella gestione dei trasporti passeggeri e merci sulle rotte italiane".
La richiesta alla Ministra MIT è quindi quella "di attivare con assoluta urgenza i suoi poteri e quelli del Governo per garantirci quel supporto di cui il Paese e le nostre aziende hanno indefettibile bisogno per scongiurare il blocco delle operazioni di trasporto, blocco che potrebbe avvenire anche a breve e senza preavviso aggravando la crisi in cui il settore già versa anche a cagione della debolezza strutturale di alcuni dei suoi più grandi operatori che già oggi sono impossibilitati a continuare le attività".
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