Palombella (Uilm): Termini Imerese va riaperta, il governo metta in campo nuove energie

Rocco Palombella (uilm)
di Diodato Pirone
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Sabato 12 Settembre 2015, 23:09 - Ultimo aggiornamento: 14 Settembre, 11:47
I recentissimi dati Istat lo confermano: è il settore dell’auto, con un aumento della produzione superiore al 40%, a fare da ariete alla ripresina italiana. Dunque da questo settore possono giungere indicazioni importanti in vista dei nuovi round sindacali previsti per l’autunno a partire dal rinnovo del contratto dei metalmeccanici. Ne abbiamo parlato con Rocco Palombella, segretario nazionale della Uilm.

Segretario, come giudica quel 44% di aumento della produzione di auto a luglio?

”Un segnale chiarissimo che peraltro conferma cifre analoghe emerse già nei mesi scorsi. Per noi che cinque anni fa con il contratto di Pomigliano scegliemmo di puntare sulla rinascita di questo settore in Italia è motivo di grande soddisfazione. Probabilmente il Paese dovrebbe interrogarsi sulle durissime polemiche che accompagnarono la nostra firma al contratto di Pomigliano. Tuttavia molto resta da fare”.

A cosa si riferisce?

”Per domani è fissato un incontro al ministero dello Sviluppo sul caso di Termini Imerese”.

Stabilimento chiuso da Fiat quattro anni fa...

”E purtroppo sembrano essersi arenate anche le ultime ipotesi di riapertura legate al progetto della società Bluetec per la costruzione di auto ibride”.

E voi cosa chiedete?

”Che il governo si impegni sul serio a trovare una soluzione degna di questo nome. A Termini Imerese resta un grande stabilimento e 700 persone con alta professionalità. E’ assurdo non valorizzare questa realtà. Per di più in presenza di una disponibilità della Regione Sicilia ad investire 300 milioni di euro».

Tornando al caso Fiat. A luglio avete firmato il contratto con il Lingotto. Pensa che alcuni contenuti di questo contratto possano essere utilizzati anche per la trattativa sul contratto nazionale dei metalmeccanici?

”Nel contratto Fiat, tra l’altro, si prevede che il potere di proclamare scioperi nei singoli stabilimenti sia affidato al consiglio dei delegati di fabbrica che deve esprimersi a maggioranza. Penso che sia utile estendere questo meccanismo anche alle altre realtà industriali italiane”.

Nei consigli dei delegati delle fabbriche Fiat non c'è la Fiom i cui delegati svolgono attività sindacale per proprio conto...

”Il punto non è questo. Il consiglio dei delegati deciderebbe a maggioranza fra tutti i delegati eletti di qualunque organizzazione. Il punto è che Fiom non può continuare a star fuori dalla contrattazione. Francamente non è possibile che ai 23 contratti nazionali con piattaforme unitarie di Cgil, Cisl e Uil, si affianchi l’unico caso dei metalmeccanici con due piattaforme. Fiom è ovviamente libera di fare quel che vuole ma non si lamenti nel caso arrivasse una legge che stabilisse nero su bianco la regola fondamentale: ciò che è accettato dalla maggioranza vale anche per la minoranza”.

Per Fiat dopo il boom di Melfi e le sue 2.000 assunzioni ci sono molte attese per il riavvio dello stabilimento di Cassino. Che previsioni fa?

”Un passo per volta. E’ fondamentale che tutti i lavoratori di Cassino rientrino dalla cassaintegrazione. Poi tutto dipenderà dall’accoglienza che il mercato riserverà alla Giulia e agli altri prodotti della nuova gamma Alfa Romeo. Stesso discorso per Mirafiori dove il processo di riapertura dello stabilimento è a buon punto. Siamo realisti e al tempo stesso fiduciosi».

Ultima domanda: in Fiat si fa un gran parlare della nascita di un sindacatone unico. Che ne pensa?

«Per me la pluralità sindacale è un valore. Io non credo che questa ipotesi possa uscire dallo stato di ipotesi».
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