Editoria, gli Agnelli pronti a comprare altre quote dell'Economist

Editoria, gli Agnelli pronti a comprare altre quote dell'Economist
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Sabato 25 Luglio 2015, 20:35 - Ultimo aggiornamento: 27 Luglio, 10:50
Exor conferma di «avere in atto negoziazioni» con The Economist group e Pearson per il possibile aumento del proprio investimento nel gruppo editoriale. Lo afferma la società in una nota, secondo la quale anche con un possibile incremento dell'investimento la holding degli Agnelli rimarrebbe con «una partecipazione di minoranza»



LE SCHEDA

La bibbia del liberismo in economia. È il settimanale britannico «Economist», tra i giornali più venduti al mondo (1,6 milioni di copie), fondato a Londra nel 1843 da James Wilson con l'obiettivo di sostenere la causa del liberismo e di abrogare le Corn laws, la legge sul grano britannica, di impostazione protezionistica, che, fra il 1815 e il 1846, aveva imposto dei dazi sull'importazione dei cereali dalle colonie. Tratto distintivo del giornale, che, secondo quanto si legge sul suo sito, offre fatti e opinioni di politica estera, economia, finanza, business e tecnologia, è che nessun articolo porta mai la firma dell'autore e non compare neanche il nome del direttore. Che dal gennaio scorso, per la prima volta nella storia del settimanale, è una donna, Zanny Minton Beddoes.



Proprietario del giornale è «The Economist Group», che lo scorso anno ha registrato profitti per 60 milioni di sterline, poco meno di 85 milioni di euro.
Il 50% del gruppo è nelle mani di Pearson che - dopo aver venduto nei giorni scorsi ai giapponesi di Nikkei il «Financial Times» per 844 milioni di sterline, circa 1,2 miliardi di euro - ha annunciato oggi l'intenzione di mettere in vendita la sua quota. Il restante 50% è controllato da una serie di soci, tra cui i Rotschild, che detengono il 22% di «The Economist Group», e la famiglia Agnelli che, tramite la Exor, al momento controlla il 5%, con John Elkan membro del board. Qualsiasi accordo per la cessione del pacchetto azionario Pearson - acquisito nel 1957 - dovrà essere approvato dai quattro 'trustees' del gruppo Economist, che hanno il compito di preservare «l'indipendenza della proprietà della società e l'indipendenza editoriale del settimanale». Tra questi garanti ci sono l'ex sottosegretario conservatore Lady Bottomley e l'ex ministro Lord O'Donnell.
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