Sigaro Toscano, una boccata di storia da Churchill a Eastwood

Sigaro Toscano, una boccata di storia da Churchill a Eastwood
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Giovedì 1 Dicembre 2016, 17:41 - Ultimo aggiornamento: 2 Dicembre, 16:16
Da quando è rientrato in mani italiane, il sigaro nazionale è ritornato ai fasti iniziati duecento anni fa grazie alla cura del prodotto e alla maestria delle sigaraie

Si fa presto a dire Toscano. Ha appena 200 anni, forse è uno dei prodotti di manifattura più immutabili nel tempo e vive una sorta di eterna giovinezza grazie ad un rilancio sui mercati internazionali iniziato nel 2006. Se non fosse che si tratta di una realtàda98milioni dieurodi fatturato la storiadel sigaro piùamatodaivipha un risvolto bellissimo, quasi romantico.

Dieci anni fa infatti, quando il Gruppo Industriale Maccaferri acquisisce dalla British American Tobacco Italia il ramo d’azienda che produce e commercializza i sigari a marchio Toscano si chiude un cerchio di una delle eccellenze italiane più antiche. L’operazione infatti ha riportato in mani italiane un marchio nazionale storico. L’agiografia manifatturiera di questa produzioneponelasuapietra miliarenel 1815. Si dice che nella Manifattura tabacchi di Firenze, una partita di tabacco - lasciata a essiccare al sole estivo - venne bagnata da un violento acquazzone. Con tutto quel tabacco si decise di produrre dei sigari economicidavenderealpopolodiFirenze. Fu subito un grande successo.

L’acqua, infatti, fece fermentare il tabacco dandogli un gusto del tutto “nuovo”. In questo modo, il Toscano si lega indissolubilmente al percorso e all’evoluzione della storia italiana. Unelementodella cultura, dellostile e della creatività della grande industria manifatturiera italiana,unsimbolo dello stile di vita italiano. Per quasi 130 anni, a partire dal 1818, la fabbricazione del sigaro si è svolta principalmente a Firenze. Ma negli anni successivi al periodo post-bellico lo “stortignaccolo” ha lasciato definitivamente il capoluogo toscano, per trasferire la sua produzione nelle Manifatture di Lucca e Cava dei Tirreni.

I CENTRI DI PRODUZIONE
A Lucca la Manifattura dopo essere stata sino al giugno 2004, in un ex convento di suore domenicane, ha spostato l’attività in periferia dove è presente il reparto delle sigaraie, realtà unica in Europa. Altrettanto e forse più prestigioso è il sito di Cava de’ Tirreni dove la tradizione vuole che le prime coltivazioni di tabacco, in Campania, furono volute da Gioacchino Murat ai tempi del Regno di Napoli. Fin dall’antichità la pianta era considerata molto pregiata. Le disgrazie del Regno di Napoli non bloccarono mai la produzione di tabacco, che da allora è elemento importante dell’economia cavese. La perizia del tabacco, il supporto agronomico e la selezione del tabacco destinato alla fascia e al ripieno avvengononel centro di Foiano della Chiana dove i coltivatori diretti del tabacco Kentucky della Valdichiana, Valtiberina, Lazio, Campania e Veneto vendono annualmente il loro raccolto. Il lavoro della filiera del Toscano, se possibile, è uno dei paradigmi che Manifatture Sigaro Toscano e Gruppo Maccaferri hanno fortemente voluto radicare in Italia.

Dalla semina alla raccolta, dalle fasi di lavorazione al prodotto finito, l’obiettivo è quello di garantire di standard professionali e qualitativi in linea con le più moderne aziende del settore. I coltivatori di kentucky infatti rappresentano un anello strategico della catenaproduttivae l’aziendaassorbe il 90% a valore dell’intera produzione nazionale, percentuale che arriva al 100% nel caso della foglia da fascia, la parte qualitativamente più pregiata della coltivazione. Se si pensa che la filiera è composta da circa 250 tabacchicoltori si può anche intuire il forte forte legame tra azienda e territorio, coronato con investimenti anche sul fronte dell’assistenza tecnico- agronomica.
Toscano. A seguito della raccolta, le piante vengono messe a essiccare in locali freschi e asciutti finché, una volta seccatesi, si provvede alla loro sgranatura.

Infine, il seme ottenuto è sottoposto a unaprova di germinabilità e test presso laboratori specializzati per la certificazione dell’assenza diprodotti transgenici. Il seme viene quindi consegnato ad aziende specializzate perché provvedano a ricoprirlo conuninvolucro protettivo ricco di nutrienti e a farlo diventare una piccola pianta in appositi semenzai. La piantina è quindi pronta per essere distribuita ai coltivatori che la cureranno per tutte le fasi successive secondo le più rigorose prassi di coltivazione.

Fin qui la materia prima. Non da meno è l’impegno che la fattura rappresenta per il Toscano. Ancora oggi, la grande abilità della sigaraia sta nello scegliere il quantitativo giusto di ripieno e nell’arrotolare il tutto con perfetta maestria: se rimanessedell’aria nellafasciaoil ripieno fosse eccedente, il sigaro non ‘tirerebbe’. Difronte questo tipo di impegno, il mercato ha dato la sua risposta.

Estremamente positiva. Gaetano Maccaferri,presidente delGruppolo ha fatto chiaramente capire in una bellissima serata svoltasi a ottobre proprio per «festeggiare i dieci anni dall’ingresso di Manifatture Sigaro Toscano all’interno del Gruppo. Un periodo che, seppur breve, è stato denso di lavoro e ricco di risultati, in Italia e all’estero. All’estero, infatti, siamo passati da 4,5 milioni di sigari venduti nel 2006 a 29 milioni nel 2015.

E’ stata una crescita costante e progressiva, guidata da un management tutto italiano che ha lavorato con passione per esaltare i punti di forza di un prodotto storico del nostro Paese». Maccaferri e Manifatture sigaro toscano erano reduci dalla consegna del Cigar Trophy di Dortmund dove il Toscano è stato votato miglior sigaro almondonella categoriamediumfiller. «Unriconoscimento per la nostra filiera - ha spiegato Stefano Mariotti, d.g. di Mst -: dai coltivatori a tutti i colleghi di Mste ainostri partner che distribuiscono il Toscano in più di 50 paesi. Il mercato premia così una qualità tutta italiana, raggiunta grazie al controllo della materia prima e a una ricetta immutata nel tempo: solo tabacco Kentucky naturale al 100% e acqua, fermentazione e stagionatura». Se si pensa che il Toscano tra i suoi consumatori vip ha personaggi del calibro di Winston Churchill o Clint Eastwood, non serve molto altro per tratteggiare un autentico successo imprenditoriale che dal 1815 giunge fino ai giorni nostri.

Sigaro Toscano
Largo Toniolo Giuseppe - 00186 Roma
PRESIDENTE: Gaetano Maccaferri


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