J.K. assicura che non le interessa come andrà il libro dal punto di vista delle vendite: «Non voglio essere presuntuosa, ma mi sento molto distaccata da questo genere di aspettative». E i critici? «Non mi sono mai messa a scrivere pensando 'Ecco, adesso è giunto il momento di dimostrare che sono in grado. Non credo che potrei fisicamente scrivere un romanzo per questo motivo».
Per Rowling aver scritto un libro così ambizioso senza alcuna ambizione non è una contraddizione e neppure una scelta: «Avevo bisogno di scrivere questo libro. Mi piace molto, ne sono fiera, ed è questo che più conta per me». La scrittrice di Harry Potter non ha preso in considerazione l'ipotesi di pubblicare questo nuovo romanzo con uno pseudonimo ed anzi pensa che sia “più coraggioso”, metterci proprio il suo nome: «Il peggio che può capitare è che tutti dicano 'beh, è atroce. Avrebbe dovuto continuare a scrivere per i bambini'. E questo posso accettarlo. Quindi, sì, questo libro uscirà e se tutti diranno 'è pessimo. Torna a scrivere di storie di maghi', allora naturalmente non festeggerò, ma sicuramente sopravvivrò».
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