Il bunker dentro la Storia,
il rifugio di Kesselring

Il bunker dentro la Storia, il rifugio di Kesselring
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Venerdì 10 Maggio 2013, 17:27 - Ultimo aggiornamento: 11 Maggio, 17:40
ROMA - Sessantanove anni fa, in una bella giornata di primavera, sul Soratte si scatena l'inferno. Alle 15.30 del 12 maggio 1944, centotrentasei Fortezze Volanti decollate dalle basi americane intorno a Foggia iniziano a sganciare le loro bombe sulla piccola montagna calcarea che separa la via Flaminia dal Tevere. La tecnica è quella del Firestorming, la “tempesta di fuoco”. Grappoli di bombe perforanti, seguite da materiale incendiario. L'obiettivo dei bombardieri a stelle e strisce non sono le rocce e i boschi del Soratte, ma i quattro chilometri di tunnel che corrono nelle viscere del monte.

I tunnel sono stati scavati per ospitare Benito Mussolini e i suoi gerarchi in caso di attacchi aerei. Dall'8 settembre 1943, data dell'armistizio tra il Regno d'Italia e gli Alleati, ospitano il Comando Sud della Wehrmacht, agli ordini del feldmaresciallo Albert Kesselring. Le bombe delle Fortezze Volanti fanno tremare il Soratte, e distruggono molte case della vicina Sant'Oreste. I tedeschi, su 980 militari, hanno un centinaio di vittime. Per andarsene, però, aspettano il 5 giugno, quando i carri armati inglesi e americani entrano a Roma. Prima di partire i militari con la svastica inondano le gallerie di benzina e appiccano il fuoco. Per entrare, i britannici devono aspettare che il rogo si spenga da solo, cinque giorni più tardi.

NASCONDIGLIO NATURALE

Il Soratte, da sempre, è una delle cime più note del Lazio. Ben visibile da Roma, culmina soli a 691 metri di quota, ma ha l'aspetto di una montagna autentica. Affacciato sull'Autostrada del Sole e la Flaminia, perforato dai tunnel dell'alta velocità ferroviaria, protetto dal 1997 da una Riserva naturale, offre oggi passeggiate tra grotte, boschi, fioriture e panorami. Gli antichi salivano sul Soratte a pregare. Sacro ai Falisci, con un tempio di Apollo sulla vetta ai tempi dei Romani, il Soratte ha ospitato nel III secolo dopo Cristo Papa Silvestro I, in fuga dalla persecuzione di Costantino. Poi il tempio divenne una chiesa, e piccole comunità religiose costruirono i loro eremi.

Nel Novecento, invece che come una scala verso il cielo, il masso calcareo del Soratte fu visto come un rifugio. «I lavori, voluti da Mussolini, sono iniziati nel 1937, sono durati quattro anni, hanno impiegato un migliaio di operai, 60-70 dei quali di Sant'Oreste. Per il paese è stata una manna» racconta Gregory Paolucci, architetto e presidente dell'Associazione Bunker Soratte. A inaugurare i bunker, al posto del Duce, fu il feldmaresciallo Kesselring. Nel 1967, dopo ventitré anni di abbandono e quasi altrettanti di Guerra Fredda, una parte fu allargata e rinforzata per servire da rifugio al governo italiano in caso di attacco nucleare.

Cinque anni più tardi i nuovi bunker di cemento, poggiati su 2600 ammortizzatori sismici (sarebbero tanto serviti a L'Aquila) furono abbandonati senza una spiegazione ufficiale. Sembra però che come rifugio, al posto del Soratte, fosse stato scelto il Gran Sasso, dove furono scavate le caverne artificiali che oggi ospitano un laboratorio scientifico.

GLI APPUNTAMENTI

«Il recupero è iniziato nel 2008, con fondi dell'Unione Europea, quando i bunker sono stati dismessi dal Demanio della Difesa - spiega Gregory Paolucci -I primi visitatori sono entrati nel 2011, nell'ultimo anno abbiamo messo in sicurezza e pulito una parte molto più vasta del complesso». Oggi i visitatori possono esplorare un quarto dei 4,2 chilometri di tunnel, protetti da uno spessore di roccia compreso tra i 50 e i 300 metri. Vi sono esposti armi ed elmetti ritrovati all'interno, e veicoli americani e tedeschi della Seconda Guerra Mondiale. Sabato 11 e domenica 12, le visite saranno allietate da un centinaio di figuranti vestiti con uniformi d'epoca. Prossimo appuntamento il 26 maggio, quando verrà riaperto il sentiero di guerra tedesco che collegava l'ingresso dei bunker con la cima.

Intanto, all'interno e all'esterno, i volontari di Bunker Soratte continuano a spostare macerie e a tagliare rovi. Nessuno però, fino a oggi, è riuscito a trovare il celebre “oro del Soratte”. Dodici camion tedeschi, nella notte tra il 2 e il 3 febbraio 1944, portarono nei bunker 72 tonnellate del prezioso metallo, trafugate dalla Banca d'Italia. Da allora, complici il bombardamento e l'incendio, se ne sono perse le tracce. Il mistero del Soratte c'è ancora.
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