Mai i due argomenti erano andati tanto a braccetto. Anzi, c’è stato un periodo in cui si guardavano di traverso. La Mobilità, con i suoi vecchi motori a combustione, era senza dubbio un nemico dell’Ambiente, sempre più in difficoltà con l’industrializzazione e il progresso esasperati. Poi, nel terzo millennio, è scoppiato l’amore e il settore dei trasporti tutto si è convertito all’ecologia, promettendo di essere uno dei primi ad azzerare la CO2 e a decarbonizzarsi. Il primo veicolo a scoprire il nuovo mondo è stato il treno che, viaggiando su rotaie, ha iniziato a nutrirsi di energia elettrica. Il motore a elettroni non ha tubo di scarico e, quindi, è zero emission. Se le fonti di approvvigionamento sono “pulite”, ecco che l’intero ciclo può diventare virtuoso.
Punta nel vivo (soprattutto dei cinesi...), l’industria automotive si è convinta che la tecnologia era matura per lavorare sulle batterie e le vetture hanno iniziato a correre più dell’Alta Velocità. Il nuovo corso sta dilagando, la transizione energetica è diventata una rivoluzione, pronta a travolgere tutto con l’impeto di uno tsunami.
Due comparti della mobilità, tutt’altro che trascurabili, sono un po’ in ritardo anche se non stanno certo a guadare per diventare sostenibili. Chi va per mare ha bisogno di tanta energia, ma può avere anche tanto spazio per immagazzinarla. Chi vola, invece, è più in difficoltà. Per stare sopra le nuvole, infatti, bisogna essere molto leggeri. È quasi sicuro che nel 2050, per muoversi come facciamo oggi, bisognerà ricorrere a motori molto simili agli attuali, al limite alimentati da biocarburanti altamente ecologici.
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