MilleRuote
di Giorgio Ursicino

La Ferrari non graffia, Budapest è già l'ultima spiaggia

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Martedì 12 Luglio 2016, 17:40
Budapest ultima chiamata. Fra due settimane all’Hungaroring la Formula 1 effettuerà il giro di boa mandando in onda l’undicesima delle 21 gare in calendario. Prima della sosta estiva (31 luglio) si disputerà anche il Gran Premio di Germania ad Hockenheim, ma la gara sui saliscendi ungheresi per la Ferrari è un passaggio cruciale. La situazione dopo Silverstone appare difficile, ma forse il glorioso circuito britannico, considerato da molti il vero tempio della velocità, è stato troppo severo nei confronti delle Rosse, esasperando oltre misura le loro debolezze. Uno scenario che nemmeno la pista inzuppata e poi umida ha ammorbidito poiché quando le cose vanno storte anche i piloti perdono fiducia e per cercare di rimediare fanno più errori del solito.

Dopo lo scivolone inglese il presidente Marchionne non ha parlato, ma a Maranello Arrivabene e la squadra restano convinti che la fortuna non ha aiutato e che la SF16-H sia migliore di quanto fatto vedere finora. La tesi è condivisibile, per quanto le Mercedes restino imprendibili e i titoli mondiali 2016 siano ormai un sogno, il Cavallino di quest’anno va più forte di quello del 2015, ma per una serie di circostanze non è mai riuscito a dimostrarlo. Anche per questo Sebastian è apparso spesso nervoso, convinto com’era che l’obiettivo minimo di vincere più gare della scorsa stagione sarebbe stata una passeggiata.

È certo che la storia non si fa con i “se” e con i “ma”, però è un fatto che se non fosse esplosa la gomma a Zeltweg e non si fosse rotto il cambio nel Regno Unito gli ultimi dieci giorni sarebbero stati meno amari e la classifica molto migliore. Per questo che ora serve una reazione, rapida, decisa, e l’Ungheria può essere una pista amica per caratteristiche e tradizione. Lo scorso anno Seb ha vinto bissando il successo della Malesia, ma le Mercedes anche in quell’occasione si presero a ruotate. Impedire alle Frecce di vincere l’11° gran premio sui 12 disputati non può essere un imperativo visto lo stato di forma delle Stelle di Stoccarda che più passa il tempo più sembrano incrementare il loro vantaggio.

Il target di tornare la seconda forza del Campionato, però, è d’obbligo, poiché se si viaggia come a Silverstone, insieme alle Force India e alle Toro Rosso e non troppo distanti dalle McLaren, è impossibile approfittare di un ulteriore scontro fratricida fra Nico e Lewis. Un contatto ravvicinato difficile da escludere poiché, nonostante le dichiarazioni, la Mercedes non può permettersi da dare ordini di scuderia se non a rischio di togliere definitivamente interesse ad un campionato che sta dominando e che ormai vive solo nella cruenta lotta fra i suoi due galletti. A Budapest l’atmosfera sarà più calda e gli pneumatici andranno in temperatura più rapidamente sulla SF16-H, ma l’utilizzo delle gomme è proprio il problema che ha fatto la principale differenza con la Mercedes.

In diverse gare il passo era simile alle vetture tedesche che però trattano meglio le gomme e costringono il Cavallino a cercare strategie audaci. I miglioramenti della power unit Renault hanno riportato avanti la Red Bull che ha sempre avuto un gran telaio e ora può contare su super Verstappen che spinge Ricciardo standogli spesso davanti. L’astronave di Newey in Inghilterra volava, ma può andare forte anche all’Hungaroring viste le performance mostrate a Montecarlo.

Cercare di salire sul gradino più alto del podio è una priorità per Maranello, ma bisogna guardare anche la classifica per non fare peggio del 2015 e presentarsi al 2017 con il morale sotto i tacchi. Nella graduatoria Costruttori i punti di vantaggio sulla Red Bull sono appena 6, in quella piloti Vettel è dietro a Ricciardo e davanti a Max di appena 8 lunghezze. E non bisogna dimenticare che nelle prime gare l’olandesino volante non aveva la Red Bull.
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