Unitus, dai pomodori invenduti un colorante ecologico

Unitus, dai pomodori invenduti un colorante ecologico
Il gruppo di ricerca “Food and Wine Biotechnology” dell’Università degli Studi della Tuscia, coordinato da Marco Esti, docente di Tecnologie enzimatiche...

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Il gruppo di ricerca “Food and Wine Biotechnology” dell’Università degli Studi della Tuscia, coordinato da Marco Esti, docente di Tecnologie enzimatiche per l’industria alimentare, ha messo a punto un protocollo di estrazione green di coloranti alimentari da pomodoro invenduto.

 
Si tratta di microscopiche gemme rosso-arancio, ricche di carotenoidi, salutate quali risultato innovativo di una ricerca svolta presso i laboratori del Dafne (dipartimento di scienze agrarie e forestali), grazie a un progetto, in collaborazione con UniCoop Tirreno, ispirato ai principi cardine dell’Economia circolare, ovvero ad un sistema economico pianificato per il riutilizzo dei materiali in successivi cicli produttivi, riducendone gli sprechi.
 
«Il pomodoro - sottolinea Esti - è, dopo la patata, il secondo ortaggio più consumato al mondo e le sue rimanenze di magazzino costituiscono un’importante risorsa di sostanze naturali da reimpiegare per differenti applicazioni, incluse quelle alimentari».
 
Come si è arrivati all’importante esito? Ancora parola al cattedratico: «I giovani ricercatori del gruppo “Food and Wine Biotechnology” hanno selezionato un cocktail di enzimi in grado di estrarre, in modo selettivo e sostenibile, i carotenoidi ancora protetti nell’involucro originario (cromoplasto) delle cellule del pomo maturo. Così custoditi, i pigmenti rosso-arancio conservano più a lungo il loro colore (intensità e nuance), oltre alla funzione provitaminica e all’attività antiossidante, con promettenti opportunità di riuso come coloranti alimentari».
 
I risultati preliminari della ricerca, condotta da Claudio Lombardelli (dottorando), Ilaria Benucci (assegnista di ricerca), Katia Liburdi (ricercatrice) e supervisionata da Marco Esti, sono stati pubblicati sulla rivista scientifica internazionale (Food and Bioproducts Processing, 2020). Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero