Disturbi dell’apprendimento, l’Università della Tuscia mette tutti sullo stesso piano

Giuseppe Calabrò
L’Università della Tuscia capofila di un progetto per l’inclusione di studenti con disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa) attraverso...

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L’Università della Tuscia capofila di un progetto per l’inclusione di studenti con disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa) attraverso l’intelligenza artificiale e la realtà virtuale.

 
«Con una valutazione di 98 su 100 - sottolinea il rettore Stefano Ubertini - è risultato il primo progetto in Europa del programma VRAIlexia (Partnering Outside the Box: Digital and Artificial Intelligence Integrated Tools to Support Higher Education Students with Dyslexia), finanziato all’interno di Erasmus+ Strategic Partnership for Higher Educati».
 
Premessa. Un numero sempre maggiore di studenti (quasi il 10% del totale degli iscritti) con Dsa affronta con difficoltà i percorsi di studi universitari. «Ci possiamo vantare - rileva Ubertini - di essere all’avanguardia nell’accoglienza e nell’inserimento di giovani. Per questo abbiamo definito servizi e strumenti innovativi per supportare la loro carriera accademica ed evitare di andare fuori corso". E qui entra in gioco l'intelligenza artificiale e la realtà virtuale».
 
 «In particolare - spiega Giuseppe Calabrò, coordinatore del progetto, presidente del corso di laurea in Ingegneria -  grazie alla collaborazione con Università Europee (Spagna, Francia, Belgio) ed enti privati per l’istruzione e la disseminazione (Portogallo, Grecia, l'editore Giunti Psy), ricercatori del settore,  psicologi e sociologi lavoreranno per mettere a punto una piattaforma, denominata beSPECIAL, che con l'ausilio dell'intelligenza artificiale e della realtà virtuale potrà essere utilizzata da studenti con dislessia per migliorare le loro metodologie di apprendimento, personalizzabili per ogni individuo, e garantire un sempre più viva inclusione nel mondo accademico».
 

«Va aggiunto - conclude il rettore- che il progetto gode dell’appoggio delle principali associazioni nazionali dislessia (l'italiana Aid e la spagnola Plataforma) e della Icto (Information and Communication Technology Office), comunità scientifica nell'ambito dell'intelligenza artificiale applicata. Ulteriore obiettivo del progetto è la creazione di una rete universitaria europea per la gestione degli studenti dislessici, stabilendo procedure standard per ottimizzare il loro percorso accademico e l’attivazione di corsi di formazione per i docenti e personale amministrativo». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero