Protesi difettose che si rompono negli arti dei pazienti operati a Belcolle: a giudizio per lesioni colpose, in due distinti processi, una multinazionale svizzera e un...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
L’anziana non sarebbe sopravvissuta ad anni di calvario: a causa della rottura della protesi difettosa è stata sottoposta a ben tre interventi chirurgici. Rimettendoci la vita, lo scorso 9 aprile, all’età di 82 anni, in seguito a una setticemia dovuta alla gravissima infezione sviluppata dalla ferita, mai del tutto rimarginata.
Per la morte dell’anziana la procura ha aperto un secondo fascicolo, stavolta per omicidio colposo, a carico di ignoti. E’ invece ripreso ieri il processo all’ortopedico, difeso dall’avvocato Cesare Gasbarri, rinviato a giudizio con l’accusa di lesioni colpose al termine della prima inchiesta, anch’essa nata contro ignoti. Responsabili civili la Asl e la Unipol. A causa di una presunta partita di protesi al titanio difettose, finite al reparto di ortopedia dell’ospedale di Belcolle, è in corso a Viterbo anche un altro processo, a carico però della multinazionale svizzera che le avrebbe commercializzate.
Due le parti civili, un 58enne di Grotte Santo Stefano e un 44enne di Vitorchiano, assistito dall’avvocato Franco Taurchini, vittime nel 2008 e nel 2010 di un incidente stradale e di un infortunio sul lavoro; anche loro costretti a subire ben tre diversi interventi chirurgici e tuttora alle prese con la riabilitazione.
Una ventina i casi analoghi su tutto il territorio nazionale e non si esclude che il numero possa salire. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero