Carovita, anche nella Tuscia continua la corsa dei prezzi: boom per frutta e verdura

Carovita, anche nella Tuscia continua la corsa dei prezzi: boom per frutta e verdura
Stabile il prezzo del pane, in leggera salita quello di latte e pollame. Boom per frutta e verdura: alcuni tipi di insalata verde in un mese sono arrivati a costare fino a 40...

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Stabile il prezzo del pane, in leggera salita quello di latte e pollame. Boom per frutta e verdura: alcuni tipi di insalata verde in un mese sono arrivati a costare fino a 40 centesimi in più al kg. Tra i prodotti orticoli in controtendenza i pomodori, in diminuzione con l’entrata a pieno regime della stagione. I dati vengono da un raffronto a distanza di un mese (primo luglio/ primo agosto) tra i prezzi in tre supermercati della provincia: due standard ed un soft discount.

La corsa del pane sembra, come detto, registrare una frenata: il costo di una pagnotta bianca è rimasto identico, 2,20 euro (tutti i prezzi sono da intendersi al kg), così come quello di una pan ciabatta, 3,20. Nessuno scossone neppure per i pani a lievitazione particolare o con farine speciali. Sale invece fino a un massimo di 16.90 il petto di pollo (a luglio il valore più alto era stato 14,99). Il latte fresco si attesta intorno a 1.85 al litro (punte di 2 euro per quelli arricchiti), mentre quello a lunga conservazione sfiora 1,40.

In calo generalizzato i pomodori: a luglio i prezzi per quello a grappolo erano compresi tra 2,73 e 2,55, ora sono in discesa tra i 2,58 ed i 2,30. Discorso diverso per le insalate: l’indivia scarola sul bancone costa fino a 2,63, mentre quella riccia passa da una media di 2,19 a 2,58. Le zucchine romanesche poi oscillano tra i 3,14 e i 3,45. Le pesche, seppure con il raccolto in corso, corrono oltre i 3,70 euro.

La ventata di aumenti che ha investito il comparto ortofrutticolo si estende oltre la grande distribuzione non risparmiando neppure i mercati cittadini, tradizionalmente più convenienti. Qui il prezzo medio al kg per l’insalata si aggira tra 1,80 e 2 euro al kg, con la sola eccezione della lattuga romana che scende sotto 1,50. Pomodori oblunghi intorno ai 2 euro, 2,20 per quelli a grappolo. Meloni retati tra 1 euro e 1,80. Una situazione che aumenta la pressione sulle famiglie e che potrebbe peggiorare con l'arrivo dell'autunno.

«Purtroppo quello che stiamo vedendo nella nostra provincia è quello che accade altrove. Gli aumenti, anche sui prodotti di stagione, hanno una paternità precisa – spiega il presidente di Coldiretti Mauro Pacifici -. Le imprese produttrici hanno dovuto fare i conti i rincari di carburanti, elettricità e fertilizzanti. Poi è arrivata la siccità che ha diminuito i raccolti e fatto salire il prezzo. C’è una volontà da parte di Coldiretti di lavorare per arginare i prezzi e dare a tutti la possibilità di accedere al prodotto, ma come in consumatori neppure le aziende se la stanno passando bene».

Se i prezzi per le famiglie infatti corrono l’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne. Secondo una stima Coldiretti più di 1 azienda agricola su 10 è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività, mentre 1/3 del totale si trova costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dell’aumento dei costi di produzione.

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Il Messaggero