Parchi urbani di 19 città e rapporto coi cittadini nella ricerca dell'Università della Tuscia

Bosco del Sasseto, unicum ambientale del Viterbese
 Che rapporto hanno i cittadini dell’Unione europea con la natura nei centri urbani? A questa e ad altre domande risponde un articolo pubblicato sulla rivista...

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 Che rapporto hanno i cittadini dell’Unione europea con la natura nei centri urbani? A questa e ad altre domande risponde un articolo pubblicato sulla rivista scientifica “Conservation Letters”, una delle più prestigiose del mondo in materia di conservazione della natura, che dà conto degli esiti di una ricerca fra varie università del Vecchio Continente che hanno sede in 19 grandi città.

 
«Per l'Italia – spiega il rettore dell’Università degli studi della Tuscia, Stefano Ubertini - le indagini sono state condotte su un campione di cittadini di Roma, con il coordinamento scientifico di Goffredo Filibeck, ricercatore di Botanica ambientale del Dafne (dipartimento di scienze agrarie e forestali),  grazie alla collaborazione sul campo di un gruppo di studenti Unitus che, appositamente preparati, hanno intervistato alcune centinaia di frequentatori dei parchi urbani della capitale».
 
Quali risultati? «Lo studio - precisa Filibeck - ha evidenziato come, in generale, i cittadini europei siano favorevoli a forme di gestione del verde urbano che consentano di ospitare specie selvatiche di piante e animali (ad esempio, lasciar crescere fiori selvatici, che a loro volta sostengono la biodiversità degli insetti), purché vengano ascoltate le loro esigenze in materia di aspetto "ordinato" degli spazi pubblici».
 
Il “disordine”, vale a dire la presenza di spazi verdi lasciati allo stato "selvatico", incontra invece maggior favore tra i giovani e fra le persone più consapevoli dei problemi ecologici, o nei Paesi Centro-europei, dove c'è una maggiore tradizione di educazione all'ambiente.
 

«Lo studio – conclude Filibeck – rivela l'importanza di una più capillare azione di informazione al pubblico sull'importanza della biodiversità in città, e la necessità di tenere conto del disagio che molte persone provano, specialmente nei Paesi Mediterranei, di fronte a spazi verdi non rispondenti alle classiche aspettative sui parchi urbani». Per una lettura dell’articolo originale: https://conbio.onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1111/conl.12718).  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero