Omicidio Fedeli nel centro di Viterbo, slitta l’udienza clou del processo

Un'aula di tribunale
Omicidio Fedeli, slitta l’udienza clou del processo. La difesa del giovane americano, Micheal Pang, non avrebbe presentato richiesta per lo svolgimento...

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Omicidio Fedeli, slitta l’udienza clou del processo. La difesa del giovane americano, Micheal Pang, non avrebbe presentato richiesta per lo svolgimento dell’udienza. Quindi la Corte d’Assise già fissata per il 31 marzo slitterà a data da destinarsi. L’unica possibilità per celebrare il processo era infatti legata alla richiesta dei difensori, visto che l’imputato è nel carcere di Mammagialla. Ma così non è stato.


«Vogliamo solo giustizia». Parla la famiglia di Norveo Fedeli, ucciso nel suo negozio in centro

L'udienza, eraattesissima, perché avrebbero dovuto testimoniare gli specialisti della scientifica entranti nella jeanseria di via San Luca, appena scoperto l’omicidio di Norveo Fedeli. Il commerciante viterbese fu assassinato i primi di maggio dello scorso anno. Pang colpi più e più volte Fedeli, apparentemente, perché non riusciva a comperare dei jeans. E dopo averlo lasciato esanime dietro al bancone si sarebbe infilato delle buste di plastica sulle scarpe ricoperte di sangue e avrebbe lasciato Viterbo.

I carabinieri, aiutati dalle telecamere di sorveglianza, arrestarono Pang il giorno dopo a Capodimonte. Il giovane non si era nascosto, passeggiava tranquillamente per le vie della cittadina sul lago di Bolsena. 
Dopo una notte in carcere l’americano ha confessato tutto chiedono perdono. L’indagine, condotta dalla Squadra Mobile coordinata dalla pm Eliana Dolce, sulla morte di Norveo Fedeli è stata lunga e particolarmente laboriosa. Per ben due volte gli uomini della scientifica sono entranti nella jeanseria del centro.

L’investigazione giudiziaria, durante la ricerca della verità, si è avvalsa anche di un altro importante tipo di analisi, il Bpa ovvero “Bloodstain Pattern analysis“. La branca delle scienze forensi che ricostruisce la dinamica dell’evento sulla base della valutazione della formazione delle “tracce ematiche” (macchie di sangue, visibili o latenti) presenti sul luogo del delitto.


E proprio su questo aspetto tecnico scientifico avrebbero dovuto relazionare gli uomini della scientifica in aula, che avrebbero potuto dare risposte certe sulla dinamica dell’incidente. Al momento quello che è emerso è che la morte di Norveo è stata atroce e brutale. L’assassino, probabilmente durante la colluttazione, gli avrebbe impresso l’orma della sua scarpa in testa. Un particolare emerso durante l’ultima udienza. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero