OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
"Sarà un’estate drammatica”. Michele Fiore, segretario provinciale della Fimmg, la Federazione italiana medici di medicina generale, non ci gira intorno: i numeri della categoria sono già risicati ma i prossimi pensionamenti previsti renderanno difficili garantire l’assistenza primaria sul territorio per migliaia di cittadini. Già il 2022 si era chiuso con un record tutto al negativo: i medici di famiglia erano scesi poco sotto i 200, mai così pochi dall’istituzione della figura sanitaria più prossima alle famiglie. “Maquest'anno arriveremo intorno ai 170”, denuncia.
Pediatri, nella Tuscia ne restano 30. Giampietro (Fimp): "Nessuna scelta per le famiglie"
Come mai così pochi? Semplice, molti colleghi andranno in pensione perché hanno raggiunto i 70 anni.
Al momento, nella Tuscia oltre il 70% dei medici di base ha più di 60 anni. Sinora si sono tappati i buchi creati negli ambulatori a causa dei pensionamenti, facendo leva sulla coscienza e lo spirito di servizio dei camici bianchi: chi ha accettato di aumentare il massimale degli assistiti da 1.500 a 1.800; chi si è fermato oltre i 70 anni; chi da solo copre 4 ambulatori distanti anche decine di chilometri l’uno dall’altro pur di non lasciare senza assistenza i cittadini dei piccoli centri.
Ma ora con l’estate alle porte, diversi pensionamenti a fine giugno, la concomitante scadenza delle proroghe e le ferie, il mix che si creerà è esplosivo. “Davvero, non so come si farà a coprire tutti i territori. Una condizione tanto critica non si era mai verificata sinora”, ribadisce Fiore.
Sarà questo il tema principale che verrà affrontato in settimana durante un faccia a faccia con il commissario straordinario della Asl di Viterbo, Egisto Bianconi, e durante un incontro in Regione a Roma.
Intanto, anche i sindaci si mobilitano. A Lubriano, Valentino Gasparri, dopo aver contattato Corrada Ambrogio, medico di origini siciale costretta a lasciare il suo ambulatorio in Alto Adige, rivela: “Qui nella Teverina la situazione è drammatica. Prima i medici di famiglia erano 6, ora sono rimasti tre e gli altri ambulatori sono coperti da medici pensionati in proroga. A Lubriano – continua – c’è un solo dottore, libero professionista, quindi con contratto esterno. Significa che può fare solo le ricette rosse ma no quelle bianche. Il risultato è che secondo cosa occorre, i pazienti sono costretti ad andare a Bagnoregio per la prescrizione, con file estenuanti perché anche lì mancano i medici”.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero