Pediatri, nella Tuscia ne restano 30. Giampietro (Fimp): "Nessuna scelta per le famiglie"

Pediatri, nella Tuscia ne restano 30. Giampietro (Fimp): "Nessuna scelta per le famiglie"
“Per ora la criticità maggiore è l’impossibilità di scegliere da chi far seguire i propri figli. Ma anche la necessità di percorrere fino a...

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“Per ora la criticità maggiore è l’impossibilità di scegliere da chi far seguire i propri figli. Ma anche la necessità di percorrere fino a 20-30 chilometri perché la nostra presenza non è più capillare sul territorio come in passato”. Paolo Giampietro, presidente della Fimp, la Federazione italiani medici pediatri della provincia, traccia i contorni dei pediatri di libera scelta nella Tuscia. Ed elementi di preoccupazione ne emergono parecchi.

Come funziona, innanzitutto. Sino al compimento del 6° anno di età i bambini devono essere assistiti per legge da un pediatra, mentre tra i 6 e 14 anni i genitori possono scegliere se continuare o affidarsi al medico di medicina generale. Al compimento dei 14 anni, invece, la revoca del pediatra è automatica, tranne per pazienti con documentate patologie croniche o disabilità. Ed è in questo sistema che nasce il primo nodo. “L’assegnazione delle zone carenti – spiega Giampietro – avviene sulla base della sola fascia di età che va da 0 a 6 anni, quella che si sta riducendo sempre di più perché nascono meno bambini”. Non si tiene quindi conto di quanti – e sono tanti – scelgono di restare col pediatra fino all’adolescenza: "Il rapporto di fiducia che si instaura con noi sin dai primi mesi di vita spinge molti genitori a sceglierci anche durante l'adolescenza, fase che dopo il Covid è ancora più delicata", aggiunge.

La conseguenza? Sta innanzitutto nei numeri. “Siamo rimasti una trentina in tutto il Viterbese. Gli ultimi quattro colleghi andati in pensione – rivela il presidente Fimp – non sono stati sostituiti proprio a causa di questo conteggio. Quasi tutti, però, abbiamo raggiunto il massimale. Anzi, alcuni anche con l’aggiunta del 10% condizionato alla presenza di fratelli o di extracomunitari con iscrizione provvisoria”. In numeri, vuol dire che la maggioranza dei pediatri di libera scelta ha raggiunto il tetto degli 800 o degli 880 assistiti.

Nei giorni scorsi, la fondazione Gimbe aveva lanciato l’allarme denunciando che la media nazionale è di 896 assistiti per pediatra e a livello regionale solo Umbria (784), Sardegna (788), Sicilia (792) e Molise (798) rimangono al di sotto del massimale senza deroghe. Viterbo rientra nel range “ma per fortuna – sottolinea Giampietro - non abbiamo pazienti scoperti. Quello che invece più pesa è che spesso le famiglie non possono esercitare il diritto di scegliere a chi affidarsi”.

Un altro dato positivo è l’età media dei pediatri nella Tuscia più bassa rispetto al resto d’Italia. “Più del 50% dei colleghi a oltre 60 anni, un paio sono prossimi alla pensione ma altrove – continua – va peggio”. C’è però il risvolto della medaglia: molti dei giovani pediatri operanti in provincia potrebbero tornare a Roma non appena nella Capitale si libereranno posti, in conseguenza dei pensionamenti. Il nuovo accordo regionale in attesa di discussione con la giunta Rocca dovrebbe prevedere di aumentare il massimale a mille assistiti. Alcuni pediatri optano pure per restare in servizio oltre i 70 anni, fino a un massimo di 72. “Ma anche così i problemi ci saranno: prima che arrivino le nuove leve di medicina passano 11 anni. Non possiamo certo restare in servizio fino a 80 anni. Serve una programmazione seria”, conclude Giampietro.

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Il Messaggero