Viterbo, riconosciuta la matrice mafiosa: condanne per 79 anni di carcere ai 10 della banda

Giuseppe Trovato, il giorno dell'arresto
E’ mafia. La sentenza di primo grado conferma l’accusa. La banda di calabresi e albanesi che ha messo a segno oltre 40 attentati a Viterbo e dintorni è...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
E’ mafia. La sentenza di primo grado conferma l’accusa. La banda di calabresi e albanesi che ha messo a segno oltre 40 attentati a Viterbo e dintorni è un'associazione a delinquere di stampo mafioso.


Questa mattina nell’aula Occorsio del Tribunale di Roma la giudice Emanuela Attura alle 13, dopo appena tre ore di camera di consiglio, ha emesso la sentenza di primo grado per Ismail Rebeshi, Giuseppe Trovato e gli 8 sodali. Ecco le condanne: Ismail Rebeshi 12 anni; Giuseppe Trovato 13 anni e 4 mesi; Sokok Dervishi 6 anni; 
Spartak Patozi 8 anni e 8 mesi; Shkelzen Patozi 8 anni; Gazmir Gurguri 7 anni e 4 mesi; Luigi Forieri 8 anni e 4 mesi; Fouzia Oufir 5 anni e 4 mesi; Gabriele Laezza 8 anni.

Per Martina Guadagno la giudice non ha riconosciuto l'appartenenza all'associazione mafiosa: condannata a 2 anni e 4 mesi

I pm Giovanni Musarò e Fabrizio Tucci per il sodalizio avevano chiesto 135 anni, cumulativi, di carcere. Pene altissime nonostante il processo sia stato celebrato con rito abbreviato, che consente lo sconto di un terzo delle pene.

L’arresto del gruppo arrivò il 25 gennaio 2019 a seguito di un’articolata attività, portata avanti dai carabinieri del Nucleo investigativo di Viterbo, e delineò l’esistenza di un’organizzazione dai connotati mafiosi, dedita principalmente a imporre il proprio controllo su attività economiche, quali negozi per la vendita di preziosi usati “compro oro”, locali notturni, ditte di trasloco. E per altre attività delittuose come i recupero crediti, nella provincia di Viterbo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero