Viterbo, riconosciuta la matrice mafiosa: condanne per 79 anni di carcere ai 10 della banda

Giuseppe Trovato, il giorno dell'arresto
di Maria Letizia Riganelli
2 Minuti di Lettura
Giovedì 11 Giugno 2020, 13:04 - Ultimo aggiornamento: 15:08

E’ mafia. La sentenza di primo grado conferma l’accusa. La banda di calabresi e albanesi che ha messo a segno oltre 40 attentati a Viterbo e dintorni è un'associazione a delinquere di stampo mafioso.

Questa mattina nell’aula Occorsio del Tribunale di Roma la giudice Emanuela Attura alle 13, dopo appena tre ore di camera di consiglio, ha emesso la sentenza di primo grado per Ismail Rebeshi, Giuseppe Trovato e gli 8 sodali. Ecco le condanne: Ismail Rebeshi 12 anni; Giuseppe Trovato 13 anni e 4 mesi; Sokok Dervishi 6 anni; 
Spartak Patozi 8 anni e 8 mesi; Shkelzen Patozi 8 anni; Gazmir Gurguri 7 anni e 4 mesi; Luigi Forieri 8 anni e 4 mesi; Fouzia Oufir 5 anni e 4 mesi; Gabriele Laezza 8 anni.

Per Martina Guadagno la giudice non ha riconosciuto l'appartenenza all'associazione mafiosa: condannata a 2 anni e 4 mesi

I pm Giovanni Musarò e Fabrizio Tucci per il sodalizio avevano chiesto 135 anni, cumulativi, di carcere. Pene altissime nonostante il processo sia stato celebrato con rito abbreviato, che consente lo sconto di un terzo delle pene.

L’arresto del gruppo arrivò il 25 gennaio 2019 a seguito di un’articolata attività, portata avanti dai carabinieri del Nucleo investigativo di Viterbo, e delineò l’esistenza di un’organizzazione dai connotati mafiosi, dedita principalmente a imporre il proprio controllo su attività economiche, quali negozi per la vendita di preziosi usati “compro oro”, locali notturni, ditte di trasloco. E per altre attività delittuose come i recupero crediti, nella provincia di Viterbo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA