Viterbo, le imprese provano a resistere. Tra maggio e dicembre le nuove aperture battono le chiusure

Viterbo, le imprese provano a resistere. Tra maggio e dicembre le nuove aperture battono le chiusure
Più aperture che chiusure. Nel periodo compreso tra il 4 maggio, inizio della fase 2, e il 31 dicembre a Viterbo città sono stata 137 le saracinesche alzate a fronte...

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Più aperture che chiusure. Nel periodo compreso tra il 4 maggio, inizio della fase 2, e il 31 dicembre a Viterbo città sono stata 137 le saracinesche alzate a fronte di 87 cessazioni di attività. «Un dato in controtendenza con quello nazionale ma per il quale non è possibile sorridere più di tanto – spiega l’assessore al commercio Alessia Mancini –- Il numero delle chiusure è un bollettino di guerra».

A spingere i numeri il settore food mentre arranca l’abbigliamento. Meglio fuori le mura che dentro dove il costo degli affitti scoraggia investimenti e mette in crisi gli esercenti.

«A tal proposito però un ringraziamento va fatto a tutti quei proprietari che hanno accettato una rinegoziazione parziale e temporanea del canone d’affitto - aggiunge Mancini -. Non tutti ma una buona fetta ha risposto all’appello lanciato anche dal Comune».

 Proposte di contenimento al caro affitto erano state ipotizzate ma non messe in pratica. La prima e più praticabile, adottata tra l’altro da molti territori primo tra tutti quello romagnolo, puntava su uno sgravio fiscale della quota di Imu comunale a sigillo di un accordo che, per l’intero o parziale lasso di tempo della durata in essere del contratto, prevedesse di contro una riduzione del prezzo.

Sulla tenuta del tessuto produttivo viterbese, come sul rilancio del centro storico, Mancini è la prima a credere: «La resilienza che hanno dimostrato le imprese è identità di una mentalità imprenditoriale che non demorde ma è capace di rilanciare».

Allo stesso modo avverte dall’accendere possibili facili entusiasmi. «La pandemia non è finita e le conseguenze le soffriremo a lungo – spiega – I prossimi mesi saranno decisivi». E decisive saranno le misure che non solo governo e regione ma anche i comuni metteranno in campo per tutelare posti di lavoro e sostenere l’occupazione.

 «Il 31 marzo, se non ci saranno modifiche, verrà meno il vincolo al divieto di licenziamento – continua Mancini - Sostenere le imprese e la rete commerciale diventerà quindi la priorità».

Nei giorni scorsi intanto sono iniziate le liquidazioni delle richieste di sostegno presentate dopo la prima ondata. Per i prossimi interventi bisognerà aspettare l’approvazione del nuovo bilancio. «Ma ci stiamo già muovendo – spiega Mancini -. Sarà confermata poi la linea dell’occupazione del suolo pubblico per tutte le attività che ne faranno richiesta. In arrivo anche una proposta di riqualificazione del mercato». Oggetto di pesanti critiche da parte di Confesercenti e ANVA che, a più riprese, hanno rimproverato al Comune scarsa collaborazione e interesse dopo il trasloco dal parcheggio del Sacrario.

 

 

 

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Il Messaggero