Giovane pestato e rapinato in treno, sentenza definitiva per un 26enne di Vignanello: in carcere

Carabinieri
Trascinò un ragazzo lungo i vagoni del treno, lo pestò a sangue per poi rapinarlo: in carcere Angelo Bracci. Il 26enne di Vignanello è stato...

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Trascinò un ragazzo lungo i vagoni del treno, lo pestò a sangue per poi rapinarlo: in carcere Angelo Bracci. Il 26enne di Vignanello è stato trasferito nel penitenziario di Civitavecchia, su richiesta del Tribunale di Viterbo, appena la condanna è diventata esecutiva.

Il 4 novembre 2019 Angelo Bracci era sul treno exRoma-Nord che da Viterbo porta a Civita Castellana insieme ai fratelli. Secondo quanto accertato dai carabinieri, quel giorno fu messa in atto una spedizione punitiva sotto gli occhi di tutti. A raccontare il pestaggio è stata la vittima, che non si è costituita parte civile, durante il processo di primo grado.

 «Mi hanno trascinato per tre vagoni del treno sotto minaccia di un coltello e poi mi hanno pestato. Calci, ginocchiate e una bottigliata in testa mentre gli altri passeggeri facevano video col telefono. Mi hanno picchiato da Soriano nel Cimino, quando sono salito, alla fermata di Vignanello quando sono scesi - ha detto il ragazzo -. Io mi sono chiuso a riccio per non prenderle in faccia. Hanno staccato l’asta che tiene chiusi i finestrini del treno per picchiarmi. E non so perché lo hanno fatto. Ricordo che mi gridavano “infame, lo sappiamo dove abiti ti ammazziamo”. Secondo loro avevo fatto la spia ai carabinieri, ma non era vero».

In aula il 26enne fornì una versione diversa, senza però mai smentire la spedizione punitiva. Bracci, secondo il racconto della vittima, avrebbero anche preso con la forza soldi e cellulare nuovo del ragazzo, mai più ritrovati. Il Tribunale di Viterbo, in primo grado, aveva inflitto a Bracci 5 anni e 4 mesi. La sentenza di secondo grado e definitiva lo ha condannato a 4 anni e 10 mesi, in parte già passati ai domiciliari. Il resto dovrà scontarlo nel carcere di Civitavecchia.

Nel processo di primo grado erano imputati anche i fratelli di Bracci: uno fu completamente scagionato, il secondo fu condannato in concorso.

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Il Messaggero