Fornitore di droga all’ingrosso per Roma Sud, di nuovo indagato Ismail Rebeshi

Operazione Sottovuoto
Fornitore di droga all’ingrosso per Roma Sud. Nessuna tregua per Ismail Rebeshi. Il 38 albanese, già condannato per mafia viterbese, è di nuovo indagato...

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Fornitore di droga all’ingrosso per Roma Sud. Nessuna tregua per Ismail Rebeshi. Il 38 albanese, già condannato per mafia viterbese, è di nuovo indagato per spaccio di stupefacente. E questa volta nella Capitale.Ad arrivare a lui a sezione antidroga della Squadra Mobile di Roma. 

Rebeshi è uno degli 11 indagati dell’operazione Sottovuoto conclusa ieri mattina all’alba con l’esecuzione delle misure cautelari. «Le indagini - spiega la Questura della capitale - hanno confermato l’operatività del gruppo sul territorio capitolino, con particolare riguardo alla zona sud del litorale della Capitale nelle zone di Ardea e Pomezia. L’indagine, complessa e laboriosa, ha interessato il periodo compreso tra maggio 2018 ed il mese di giugno 2019 ed ha consentito di raccogliere chiari elementi probatori a carico del gruppo criminale».  

Le indagini partono nel 2018 con l’arresto di un cittadino italiano incensurato, F.S. di anni 37, per detenzione ai fini di spaccio. L’indagato aveva in auto oltre 9 kg di marijuana, suddivisa in 9 confezioni del peso di un kg ciascuno.

«I successivi approfondimenti investigativi - spiega la Questura - hanno consentito di individuare un gruppo composto da soggetti di nazionalità italiana ed albanese, dedita al traffico di sostanze stupefacenti con base ad Ardea. A capo del gruppo criminale un albanese, meglio conosciuto con il nome di Lele,  che ad ogni trattativa di droga si sarebbe presentato armato di pistole con colpo in canna per suscitare terrore e timore. L’unico che però Lele avrebbe temuto era proprio Rebeshi.

«L’indagine - spiegano gli investigatori - ha consentito anche di individuare l’uomo dal quale lo stesso Lele si riforniva, noto come Ermal, orbitante nella zona di Viterbo». Rebeshi, secondo quanto ricostruito,  poteva assicurare al gruppo romano notevoli disponibilità di qualsiasi tipo di stupefacente, e sarebbe stata l’unica persone che lo stesso Lele temeva. Era in grado di intimorirlo. «Io stavo per spararmi con quello di Viterbo - afferma Lele durante un’intercettazione - per questo mi sono raffreddato».

In totale sono 11 le misure spiccate dal gip di Roma su richiesta del procuratore. Complessivamente, l’attività d’indagine ha permesso di sequestrare una pistola semiautomatica, compendio di furto, 30 kg di marijuana, oltre mezzo kg di eroina, 37 grammi di hashish, nonché materiale per il peso ed il confezionamento delle singole dosi.

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Il Messaggero