Vaccini, partita la campagna tra i medici di base. La Fimmg: «Adesioni all'80%»

Fiore con Cimarello
“Bisogna essere vaccinati per poi essere vaccinatori”. Michele Fiore, segretario provinciale della Fimmg, la Federazione italiana medici di medicina generale, è...

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“Bisogna essere vaccinati per poi essere vaccinatori”. Michele Fiore, segretario provinciale della Fimmg, la Federazione italiana medici di medicina generale, è il primo della categoria a sottoporsi alla campagna. Ieri pomeriggio, alle 15,30 a Belcolle, 15 medici di famiglia e 4 pediatri di libera scelta hanno dato il via alla vaccinazione della categoria.

All'ospedale Andosilla vaccinato tutto il personale, il Comune aderisce allo screening per gli studenti delle superiori

“Ad una sola settimana dall’inizio del V-day – commenta Fiore – stiamo dando un segnale importante a tutti i cittadini. Va riconosciuto alla Asl di Viterbo di essere tra le prime a effettuare vaccini sui medici di medicina generale, in prima linea nel combattere la diffusione del virus. L’azienda ha dimostrato grande sensibilità verso la categoria e come me, altri del sindacato si sono offerti volontari per sottoporre a vaccinazione i viterbesi”.

Nei prossimi giorni, toccherà ad altri camici bianchi. In totale, al momento nella Tuscia sono circa l’80% dei 220 dottori di famiglia ad aver aderito. “Una risposta ottima – commenta il segretario Fimm – che crescerà nelle prossime settimane: molti tra i colleghi che al momento hanno detto no, lo hanno fatto perché hanno già contratto il virus e, quindi, per ora, non rientrano nelle fasce vaccinabili”.

Ma i medici di base sono anche in prima linea nell’effettuare tamponi. Da un mese, ormai, sempre su base volontaria, hanno aderito poco più della metà. “Devo ammettere – racconta – che sia i colleghi sia i pazienti sono contenti di questo servizio. Le categorie a cui ci rivolgiamo sono i pazienti che, durante le visite, risultino sospetti ma anche quanti, contatti secondari di positivi, devono mettersi in quarantena. Grazie al nostro intervento, a partire dal decimo giorno successo al’ultimo incontro col caso, li sottoponiamo al test e, se negativi, possono uscire e tornare a una vita normale senza rimanere ingabbiati in casa per altri giorni”.

In media, ognuno dei circa 120 medici che nel Viterbese ha accettato di fare tamponi, in un mese ne ha effettuati tra i 15 e i 30. “Il nostro obiettivo – spiega ancora Fiore – non è fare screening bensì valutare il nostro target”. Preoccupazione per la prossima riapertura della scuola: “Temiamo un aumento dei contagi”, ammette.

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Il Messaggero