Lotta al Covid, speranza da terapia monoclonale: salvo 41enne, 150 infusioni a disposizione

La terapia monocolonale a Vtiterbo
La terapia monoclonale funziona: il 1° aprile la Asl di Viterbo aveva annunciato la prima infusione della terapia per la lotta al Covid.19. E ora arrivano i prima dati: sono 5...

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La terapia monoclonale funziona: il 1° aprile la Asl di Viterbo aveva annunciato la prima infusione della terapia per la lotta al Covid.19. E ora arrivano i prima dati: sono 5 i pazienti sinora trattati con  la cura. Il più giovane ha appena 41 anni. Tutti stanno bene e grazie all’infusione hanno evitato il ricovero e il ricorso all’ossigeno. Insomma, la scienza dà speranza di combattere la pandemia.

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La terapia sperimentata a livello provinciale a inizio mese concede ottimismo. “I pazienti trattati con l’infusione – spiega Roberto Monarca, dirigente di Malattie infettive della Asl di Viterbo – stanno rispondendo in maniera ottimale alla terapia. Abbiamo evitato che venissero ricoverati: ora la sfida è allargare questo protocollo ai soggetti che rientrano nei parametri”.

Al fine di poter accedere alla terapia, infatti, occorre che l’infezione da Sars-Cov2 sia ai primi giorni, senza che il paziente sia stata sottoposto a terapia cortisonica oppure a ossigeno. Solo se si tratta di pazienti a rischio di ricovero e che siano nei primi giorni in cui il virus inizia a manifestare i sintomi, si può procedere. “Abbiamo intenzione – spiega Monarca – di coinvolgere i medici di famiglia che, insieme alle Uscovid, ovvero i team creati per combattere il virus che girano il territorio, possono segnalare i pazienti che posseggono i requisiti per sottoporsi alla cura. Anche dal pronto soccorso possono arrivare le candidature. Poi, siamo noi a valutare la sussistenza delle caratteristiche necessarie”.

Per potersi sottoporre alla terapia è indispensabile che l’infezione si manifesti all’inizio e che ci sia il rischio di ospedalizzazione ma senza che si sia già ricorsi all’ossigeno. “Per questo – continua Monarca – nei prossimi giorni coinvolgeremo i medici di medicina generale: saranno loro, oltre al pronto soccorso, a segnanalarci i pazienti che potenzialmente potrebbero essere sottoposti alla terapia monoclonale che sta dando ottimi risultati. Dei 5 casi sinora testati, tutti stanno bene e hanno evitato il ricovero. Abbiamo a disposizione 150 terapie ”. Sono le UsCovid a valutare che i pazienti posseggono realmente i requisiti per accedere alla cura, dopo la segnalazione dei medici di famiglia, dei team Asl contro il Covid presenti sul territorio o ancora del pronto soccorso.

Intanto, la campagna vaccinale tocca quota 60mila: tante sono le dosi inoculate nel Viterbese. Ieri, ennesimi problemi per il portale salutelazio.it che nel pomeriggio risultava di nuovo a tratti non raggiungibile. Resta confermata l’indisponibilità di prenotare dosi Pfizer, visto che gli 8 centri dedicati nel Viterbese si confermano sold out. Rimangono appuntamenti disponibili nei tre hub della Grotticella Viterbo, del centro diurno a Tarquinia e della sala Mice a Civita Castellana dedicati ad Astrazeneca. Oltre il 70% degli over 80 nella Tuscia è stato raggiunto almeno dalla prima dose. La curva, infine, indica 43 nuovi casi (6 minori) e 49 guariti.

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Il Messaggero