Viterbo, il virus fa saltare l'inaugurazione del centro estetico, ma lei non molla: «Ci riprovo»

Simona Bernardo, titolare di Padma
“Era il mio sogno. L’entusiasmo per esserci finalmente riuscita è svanito tutto in un batter d’occhio. E ho temuto che si potesse infrangere di fronte a...

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“Era il mio sogno. L’entusiasmo per esserci finalmente riuscita è svanito tutto in un batter d’occhio. E ho temuto che si potesse infrangere di fronte a una situazione tanto critica e inaspettata”. A parlare è Simona Bernardo, 37enne di Viterbo, che ha aperto il suo primo centro estetico proprio a fine febbraio.


L’inaugurazione del Padma, questo il nome della sua attività in via Camillo De Lellis, era prevista per il 6 e il 7 marzo, proprio a ridosso della chiusura totale scattata in Italia il 9”. “Ma il quartiere in cui si trova il centro – racconta - è stato tra i primi ad essere colpito dal virus, visti i casi all’università. Già prima del provvedimento del Governo non girava più nessuno. Inoltre, in quei giorni già si parlava di chiusura dei centri benessere. A mio avviso, i rischi che si potevano correre lì, potenzialmente era gli stessi rispetto all’andare dall’estetista. Per questo, in anticipo rispetto all’obbligo di serrata, ho deciso di abbassare le saracinesche”.

Niente più inaugurazione per Simona. A casa, racconta, ha ancora buste piene della frutta secca acquistata per offrila in quell’occasione alle sue clienti. “Avevo aperto da nemmeno dieci giorni. Avevo l’adrenalina a mille perché dopo tanti sforzi vedevo realizzato il mio desiderio più grande”, ricorda. Il suo percorso per arrivare all’apertura di Padma non è stato affatto scontato. La giovane donna è laureata in Giurisprudenza all’università di Urbino. “Studiare è fondamentale per qualunque percorso lavorativo si intraprenda”, sostiene. Compiuti 30 anni, si è iscritta alla scuola di estetica a Viterbo. Ha frequentato i primi due anni per ottenere il diploma che consente di operare come estetista dipendente. Quindi,  anche il terzo anno per esercitare in proprio.


Dopo un quinquennio in cui ha messo di lavoro all’interno di un centro estetico, ha compiuto il grande passo. Non potevo certo immaginare, come nessun altro del resto, che sarebbe arrivato il Covid-19. “Per due mesi e mezzo vedevo solo conti da pagare e nessun incasso. Ma non mi sono data per vinta: ora il mio locale offre tutti i servizi per il benessere della persona nella massima sicurezza”, dice. Ed è ripartita alla grande: “Ci vorranno mesi per ammortizzare gli effetti della chiusura. Ma il nostro è un settore che sta riprendendo bene: restariamo ottimismi”. E ora Padma, il fiore di loto, simbolo della rinascita scelto come nome, sembra quasi un segno del destino. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero