Sulla tassa di soggiorno i bed and breakfast puntano in piedi. Stop al versamento in programma il 16 maggio, prima delle tre tranche da corrispondere nei 12 mesi. Per le prossime...
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Una richiesta presentata, per ora in maniera informale, al Comune che, dall’inizio dell’emergenza, è intervenuto sulla fiscalità della attività posticipando la tassa sulla pubblicità al 30 novembre e la prima rata per le inadempienze fiscali che potrà essere accorpata all’ultima soluzione del piano. Affidando poi, al momento dell'approvazione del bilancio, ulteriori interventi tra cui (non escluso) quello legato allo slittamento della Tari.
Uno sforzo ulteriore per tutelare, in piccola misura, centinaia di piccole imprese, il quadro desolante all'interno delle quali si muovono è tracciato da Silvia Bergamo, titolare di tre bed and breakfast in centro. «Da febbraio solo cancellazioni, marzo si è chiuso con 0 ospiti e i prossimi mesi non saranno diversi – racconta –. È rimasto qualcosa alla fine di luglio e ad agosto: briciole in confronto agli anni passati». Con la presenza estera azzerata, la speranza è quella che, lentamente, il turismo nazionale e di prossimità posso garantire la sopravvivenza.
«Per molti, la gestione di una struttura ricettiva è la principale se non l'unica forma di sostentamento – scrive in una nota Valter Labate, rappresentante di B&b Associati Viterbo - e anche nei periodi di chiusura devono sostenere delle spese fisse, come affitti, spese condominiali ed imposte». La tassa di soggiorno, un’ulteriore uscita che potrebbe invece fornire una leggera liquidità. «Nel documento che regola l'applicazione dell'imposta di soggiorno, l’articolo 2, cita il sostegno alle strutture ricettive (tra cui le manutenzioni) tra i presupposti stessi dell'imposta – scrive ancora Labate - sostegno che dalla data della sua istituzione nel 2015 ad oggi, non è mai stato retrocesso agli aventi diritto. Allo stato non ci risulta che esistano impedimenti per deliberare sin da subito la sospensione del versamento».
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Il Messaggero