Viterbo, il commercialista Lorenzo Ciorba lotta per la vita. Il messaggio del figlio: «Sta combattendo»

Lorenzo Ciorba
«Sono diciotto giorni che mio padre Lorenzo sta combattendo per la vita in un letto di ospedale contro questo maledetto coronavirus, senza che io possa stringergli una mano...

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«Sono diciotto giorni che mio padre Lorenzo sta combattendo per la vita in un letto di ospedale contro questo maledetto coronavirus, senza che io possa stringergli una mano per confortarlo o vederlo»: a rivelarlo è Marco Ciorba, ex presidente del consiglio comunale con Leonardo Michelini sindaco.


Ciorba ha deciso di rendere il fatto pubblico, per poi rivolgersi a quanti gli stanno dimostrando affetto. «Scusate se non sono riuscito a rispondere a tutti i vostri messaggi - dice - ma il mio pensiero in questi giorni è stato solamente per lui, per mia madre, le mie fragili e indifese nonnette e la mia ragazza. Che fortunatamente, come me non hanno contratto il virus».

E ancora, un pensiero rivolto a chi si sta prendendo cura del padre in ospedale. «Vorrei ringraziare a nome di tutti chi ci è stato vicino in questo momento difficile - dice il figlio Marco - dimostrando senso di comunità e di fratellanza, e tutti coloro che con grande senso civico si sono immediatamente auto isolati in via precauzionale per contrastare questo invisibile e bastardo nemico. Vorrei ringraziare con tutto il cuore i medici, gli infermieri e gli operatori dei reparti di rianimazione e di malattie infettive di Belcolle, che stanno assistendo con professionalità e tanta umanità mio padre».

Il suo studio di consulenza intanto va avanti, pur «blindandolo verso l’esterno. Siamo tornati in trincea per etica professionale, per sostenere e per assistere, come abbiamo sempre fatto dal 1975, le aziende italiane nostre clienti, i loro dipendenti e le loro famiglie in questo momento difficile per tutti».

Infine un messaggio di speranza per tutti. «Covid-19 ha sferrato un duro colpo alla nostra famiglia ma non ci ha affondato, per questo se tutti insieme facendo ognuno la nostra parte, chi a casa e chi a lavoro, potremo sconfiggere e liberare l’Italia da questo mostro dimostrando a tutto il mondo che siamo un grande popolo» Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero