Per combattere le invasioni di cinghiali basta una mail. Almeno all’interno dell’Atc Vt1, l’ambito territoriale di caccia cui fa capo mezza provincia, capoluogo...
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Le operazioni di prelievo in selezione dovranno rispettare il numero di capi assegnato, la ripartizione fra sesso e classe di età. “Una caccia oculata in base all’equilibrio biologico della specie che si è rotto soprattutto nell’Alto Lazio. Attraverso questo servizio potremmo avere un riscontro immediato sui danni in atto e attivare tutte le misure che la legge ci consente. Ovvero, montaggio di recinzioni elettrificate, installazione di dissuasori acustici, prelievo in selezione, tutte azioni previste nel piano approvato dalla Regione Lazio”. Sosdanni è un servizio gratuito: gli agricoltori dovranno semplicemente compilare il modulo, quindi l’Atc invierà sul campo personale per le opportune verifiche e relativi interventi.
La scorsa settimana il sistema è stato testato: sono arrivate molte segnalazioni soprattutto da Acquapendente, Proceno e Viterbo. “Sono stato contattato dall’assessore del capoluogo (Ludovica Salcini, ndr) perché – racconta - i cinghiali ormai si spingono sempre più spesso in città. Durante il lockdown, con la gente in casa, si sono ‘allargati’ fino a spingere in aree dove non si erano mai visti. Ho spiegato che noi possiamo intervenire solo fuori dai perimetri dell’area urbana. Dentro serve un’ordinanza del Comune per la cattura”. Ma Ronca ha dato anche altri consigli all’assessore: “La prima regola per tenere lontani gli animali selvatici è mantenere pulita e in ordine la città: tagliare l’erba e curare gli spazi verdi che, altrimenti, si trasformano in habitat naturali dei cinghili”. Come a Santa Barbara, dove lo scorso anno gli animali si spingevano sino al giardino dell’asilo nido. Poi l’Atc ha scoperto che si erano insediati in un vivaio abbandonato: bonificato quello, sono spariti. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero