Anticorpi e batteri, il progetto Eureka! dell'Università della Tuscia

Anticorpi e batteri, il progetto Eureka! dell'Università della Tuscia
L’Università della Tuscia in prima linea nella ricerca della resistenza batterica agli antibiotici grazie al progetto europeo Eurostras-Eureka, dal titolo...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
L’Università della Tuscia in prima linea nella ricerca della resistenza batterica agli antibiotici grazie al progetto europeo Eurostras-Eureka, dal titolo “Aptamer-FET based diagnostic platform for rapid detection of antibiotic resistant bacteria (AFETAR)”.

 
Unitus è coinvolta con il centro di Biofisica e Nanoscienze, coordinato da Anna Rita Bizzarri del Deb (dipartimento di ecologia e biologia), diretto da Giorgio Prantera, docente di Genetica, che opera in stretta collaborazione con la ditta multinazionale “Synergie Cad Instruments”, leader del progetto, di cui è consulente scientifico un altro docente del Deb, Salvatore Cannistraro, ordinario di Fisica, Biofisica e Nanoscienze.
 
Obiettivo della ricerca? «Lo scopo è duplice. Da una parte, individuare immediatamente – spiega Anna Rita Bizzarri - quale possa essere l'antibiotico giusto per una persona senza sottoporre la stessa a inutili e a volte dannose cure antibiotiche che potrebbero avere anche conseguenze dannose. Dall'altro, avere tempi molto più rapidi di individuazione degli antibiotici giusti per una patologia, permettendo anche di salvare vite umane».
 
«Il progetto – aggiunge Prantera - è finalizzato alla realizzazione di una apparecchiatura biomedicale, di dimensioni e costi contenuti, per accertare la presenza, nei fluidi fisiologici umani, di resistenza all’antibiotico di   batteri infettanti.  L’analisi verrebbe svolta in tempi rapidi (meno di un’ora) contro le 24-48 ore attualmente necessarie con le tecniche basate su crescita di culture batteriche».
 
L’immissione nel mercato del dispositivo biomedicale con le specifiche indicate, permetterà inoltre di raggiungere una maggiore sensibilità di rivelazione rispetto alle tecniche attuali di screening, aiutando così nella diagnostica precoce anche nello sviluppo della medicina personalizzata, il cui impatto nella salvaguardia della salute è in progressivo aumento.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero