Violenza sessuale su due dipendenti, barista in carcere dopo sei anni`

Violenza sessuale su due dipendenti, barista in carcere dopo sei anni`
Condannato per violenza sessuale, ieri mattina all'alba i carabinieri della stazione di Civitella d'Agliano lo hanno prelevato da casa, nella frazione di San Sebastiano,...

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Condannato per violenza sessuale, ieri mattina all'alba i carabinieri della stazione di Civitella d'Agliano lo hanno prelevato da casa, nella frazione di San Sebastiano, per portarlo a Mammagialla. Nel carcere di Viterbo rimarrà per 1 anno e 9 mesi: sconterà dietro le sbarre il residuo di pena per una condanna inflitta nel 2012. I fatti risalgono al 2009 quando l'allora 39enne gestiva un bar nel paese della Teverina ed era stato arrestato dopo le denunce di due dipendenti.


Secondo le accuse, confermate in giudizio, l'uomo ha costretto una delle ragazze a rapporti orali mentre la riaccompagnava a casa in macchina. L'altra ha subito dei palpeggiamenti e un tentativo di rapporto sessuale. Mentre la prima ragazza non si è mai presentata alle udienze che si sono succedute nel corso di tre anni (la prima risale all'ottobre 2009), la seconda si era costituita parte civile nell'ambito del procedimento giudiziario. L'uomo, dopo aver scontato otto mesi di carcerazione preventiva, è tornato in libertà nel dicembre del 2009, quando il collegio dei giudici composto da Franca Marinelli, Eugenio Turco e Michele Romano ha accolto la richiesta di scarcerazione presentata dall'avvocato Giuliano Migliorati. A novembre del 2012 la condanna.

Per l'uomo, originario di Celleno ma da anni residente a Civitella d'Agliano, il pubblico ministero Renzo Petroselli aveva chiesto una pena di sei anni definendolo «un incontinente sessuale». I giudici, invece, gli hanno concesso le attenuanti generiche, infliggendogli una condanna a 3 anni e 7 mesi di reclusione. L'uomo aveva presentato subito ricorso per ottenere misure alternative alla detenzione ed era tornato in libertà. Ieri la Corte d'Appello, dopo anni, si è pronunciata, rigettando la richiesta e ordinandone la carcerazione. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero