Violenza in discoteca, resta ai domiciliari il gestore

Violenza
Resta ai domiciliari il ventenne gestore di una discoteca, accusato di violenza sessuale su una collaboratrice. Il gip del Tribunale di Viterbo dopo aver ascoltato la sua versione...

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Resta ai domiciliari il ventenne gestore di una discoteca, accusato di violenza sessuale su una collaboratrice. Il gip del Tribunale di Viterbo dopo aver ascoltato la sua versione dei fatti, durante l’interrogatorio di garanzia, ha convalidato l’arresto e confermato l’arresto ai domiciliari. Il ragazzo, difeso dagli avvocati Remigio Sicilia e Vincenzo Petroni, durante la convalida aveva cercato di difendersi e di spiegare.

​​Invita una giovane nella discoteca per parlare e poi la violenta, arrestato ventenne

«Sono innocente, non ho violentato nessuno». Le sue parole però non avrebbero convinto i magistrati viterbesi. Il ventenne è stato arrestato la settimana scorsa dagli agenti della Squadra Mobile. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti la violenza sarebbe avvenuta poco prima di capodanno. Il ragazzo, che gestisce una discoteca a Viterbo, avrebbe chiesto alla presunta di vittima di seguirlo nel locale per parlare. Quella sera la discoteca era chiusa al pubblico e qui l’avrebbe violentata. Sesso senza consenso.

A raccontare ogni dettaglio sarebbe stata proprio la ragazza, che due settimane dopo si sarebbe presentata in Questura a sporgere denuncia. La giovane avrebbe raccontato agli agenti della Squadra Mobile che il gestore della discoteca l’aveva attratta nel locale e aveva approfittato di lei. E quando la stava riportando a casa voleva sesso orale in macchina. Lei si sarebbe opposta, ma lui avrebbe fermato la macchina in una zona isolata e l’avrebbe violentata di nuova. A conferma del suo racconto la ragazza avrebbe portato con sé anche gli indumenti che portava quella sera, indumenti ancora sporchi e che sono stati sequestrati e saranno analizzati dalla scientifica per rintracciare eventuali tracce biologiche.

Non solo, al vaglio degli inquirenti anche alcuni messaggi che l’indagato avrebbe inviato alla ragazza qualche giorno dopo la violenza. L’indagato le avrebbe scritto di vedersi ancora, ma lei ha rifiutato per poi denunciarlo.

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Il Messaggero