Paesaggi 4.0, il progetto dell'Università della Tuscia che incontra Azure, Hp e Microsoft

Viterbo: studenti del Dibaf
“Paesaggio 4.0: qualità ambientale, valore al capitale naturale e culturale, eccellenza alimentare”: è il titolo del progetto con il quale il Dibaf...

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“Paesaggio 4.0: qualità ambientale, valore al capitale naturale e culturale, eccellenza alimentare”: è il titolo del progetto con il quale il Dibaf (dipartimento per la Innovazione nei sistemi biologici, agroalimentari e forestali) dell’Università della Tuscia è stato selezionato dal Miur tra i dipartimenti di eccellenza in Italia, per il quinquennio 2018-2022.


Obiettivo complessivo del progetto che sarà presentato il 21 e 22 novembre, presso il Polo di Agraria del campus di Riello? «Affrontare in modo prioritario – spiega il direttore Dibaf Giuseppe Scarascia Mugnozza - il tema del paesaggio inteso come un sistema complesso, intreccio tra capitale naturale e capitale culturale. In questa prospettiva, il progetto intende connettere tra loro le produzioni agro-alimentari di qualità e tipiche del territorio, le risorse ambientali e forestali, i parchi naturali e le aree protette con i relativi servizi eco-turistici, i siti e i parchi archeologici, gli eco-musei e le emergenze storico-monumentali».

Detto in altri termini, il progetto vuole individuare e sviluppare metodi e tecnologie innovative per favorire l’integrazione delle diverse tipologie di informazioni, da acquisire e utilizzare per la conservazione, la gestione e la valorizzazione del capitale naturale, produttivo, alimentare e culturale del nostro paesaggio: appunto Paesaggio 4.0.

Particolarmente rilevante si annuncia la partecipazione alle assise, non solo sul fronte istituzionale. Dopo
l’inaugurazione, infatti, ci sarà prolusione della emerita di Storia dell’arte medievale Maria Andaloro, dal titolo “Beni Culturali e Paesaggio”; quindi alcune presentazioni dei temi che verranno sviluppati nel corso del progetto di ricerca.


E infine workshop di confronto tra i docenti, i giovani ricercatori, i dottorandi, gli studenti del Dibaf con imprese del settore digitale e esperte di “big data” come Microsoft, Hewlett Packard, Azure e con istituzioni come “Cineca” e il Servizio meteorologico di Aereonautica Militare. «Si tratta di soggetti – conclude Scarascia Mugnozza – tutti interessati a sviluppare una collaborazione e un dialogo costanti con il nostro dipartimento nel settore della ricerca e dell’alta formazione, applicando tecnologie innovative al paesaggio, all’ambiente, all’agroalimentare e alle biotecnologie». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero