Tesori falisci a Civita Castellana, la tomba degli Arati e le sue iscrizioni tornano visitabili

Tesori falisci a Civita Castellana, la tomba degli Arati e le sue iscrizioni tornano visitabili
Riaperto il percorso pedonale che porta alla Tomba degli Arati nell'area di Borghetto, a Civita Castellana ( Viterbo). Per il mese di novembre è stata organizzata dal...

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Riaperto il percorso pedonale che porta alla Tomba degli Arati nell'area di Borghetto, a Civita Castellana ( Viterbo). Per il mese di novembre è stata organizzata dal blog Tesori nascosti dell'Agro Falisco, che ha realizzato il nuovo tragitto, la prima escursione per visitarla.


Si tratta di una rarissima antica sepoltura, di origine falisca, tra le più belle della zona e tra le più importanti al mondo. Fino ad ora (a parte i tombaroli negli anni Cinquanta-Sessanta, che hanno lasciato qualche segno del loro passaggio nelle vicinanze) solo gli studiosi e appassionati di archeologia ne conoscevano il valore, l'esistenza e la sua posizione. Per la suo interesse la tomba è stata costantemente tenuta sotto osservazione e monitorata dalla Sovraintendenza ai beni archeologici dell'Etruria meridionale.

Ora è possibile visitarla, anche per gli amanti della natura e gli appassionati di storia. Secondo il Papers of the British school at Rome, venne rinvenuta nel 1890 dagli studiosi Kamelli e Magliulo, i quali studiarono le numerose e preziosissime iscrizioni presenti in essa. Solo ottanta anni dopo il Centro archeologico cattolico romano studiò e documentò in maniera più approfondita quest'antica sepoltura. Non essendo posizionata lungo i classici tour escursionistici, è riuscita a mantenere in ottime condizioni le iscrizioni conservate al suo interno, tra cui Caisio Tirio e poi Tancuil Aratia da cui prende il nome la tomba; seguono Tito Artio, Aufilo Aratio, Cauio Aratio, e Faino.

In pratica si tratta di rarissime iscrizioni, utili per la ricostruzione della storia del falisci, dedicate ai defunti. L'area in cui si trovano le tombe è contornata anche da insediamenti medioevali che la rendono unica nel suo genere. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero