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La Tuscia ha sempre più sete. La media storica di acqua piovana relativa al mese di maggio, come rilevata dai pluviometri, riporta 377 millimetri come valore (tra il 2004 e il 2019); quest’anno si è fermata a 134. Scorrendo indietro i mesi del 2022 la proporzione resta la stessa: ad aprile 301 contro 117; a marzo 244 contro 71; a febbraio 161 a fronte di 50; a gennaio 82 versus 27.
Dati da bollino rosso, tanto che l’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale nel report di giugno sottolinea che “allo stato sono già riscontrabili criticità di disponibilità idrica nei comuni di Nepi, Viterbo (Grotte Santo Stefano), Montefiascone, Acquapendente, Vignanello, Vetralla e Blera”. E aggiunge, come già segnalato da Talete, la società che gestisce il servizio idrico integrato nell’Ato 1 Lazio Nord-Viterbo che “nei comuni di Acquapendente (quest’ultimo non specificato dalla spa, ndc), Blera e Vetralla è stato necessario già attivare servizi sostitutivi con autobotti per rifornire circa 3.000 abitanti”.
Rispetto a maggio, poi, la situazione è peggiorata.
Gli esperti ribadiscono che “allo stato già si registrano significative diminuzioni di portata disponibile sia alle sorgenti di maggiore rilevanza tipo Piancastagnaio e Le vene a servizio dei Comuni dell’alto viterbese, con deficit di circa il 30% rispetto alle medie storiche del periodo, che alle fonti più superficiali, per le quali si registra una generalizzata diminuzione media fino al 50% delle portate disponibili, non sempre compensabili con altre fonti, a causa della frammentazione degli abitati e della limitata interconnessione delle reti idriche”. Ed è per questo che la condizione del Viterbese si è vista attribuire il livello di “severità media con tendenza al peggioramento” per l’ambito territoriale.
Dopo la dichiarazione dello stato di emergenza da parte del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, sul territorio continuano gli appelli dei sindaci. “Per fortuna oggi Nepi – avverte il primo cittadino, Franco Vita - ancora non registra una crisi idrica ma le falde acquifere si stanno abbassando ogni anno. Per cui, il mio invito a tutti evitiamo di sprecare l’acqua. È un momento di responsabilità per tutti”.
A Nepi già da settimane vige l’ordinanza antisprechi. Tra gli ultimi comuni a emanarla, anche Corchiano: qui è vietato attingere all’acquedotto comunale per usi impropri, quali l’innaffiamento di giardini, orti e aree pertinenziali di fabbricati pubblici e privati, per il lavaggio di autovetture, riempimento di piscine e comunque per tutti gli usi diversi da quelli strettamente necessari per l’alimentazione e l’igiene.
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Il Messaggero