Scorie nucleari, la Tuscia confermata sito idoneo. I sindaci: «Faremo le barricate»

Scorie nucleari, la Tuscia confermata sito idoneo. I sindaci: «Faremo le barricate»
Chi pensava che le proteste e gli appelli fossero bastati, non può far altro che ricredersi. La Tuscia viene confermata come luogo «idoneo» per il futuro...

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Chi pensava che le proteste e gli appelli fossero bastati, non può far altro che ricredersi. La Tuscia viene confermata come luogo «idoneo» per il futuro deposito per le scorie nucleari. E i sindaci sono di nuovo sul piede di guerra. Letteralmente «pronti a fare le barricate».

IL DOCUMENTO
Il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha pubblicato nella giornata di ieri la Carta Nazionale delle Aree Idonee (Cnai), che individua le zone dove realizzare in Italia il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e il Parco Tecnologico, «al fine di permettere lo stoccaggio in via definitiva dei rifiuti radioattivi di bassa e media attività». Un documento simile era già uscito nel 2021 e individuava 21 aree nella zona della Tuscia. Quello di oggi non è altro che un aggiornamento che però non fa altro che confermare la nostra provincia quale “luogo ideale” per le scorie. Delle 51 aree indicate, 21 si trovano nel Lazio, e tutte nella Tuscia. I comuni interessati sono: Montalto di Castro, Canino, Cellere, Ischia di Castro, Soriano nel Cimino, Vasanello, Vignanello, Corchiano, Gallese, Tarquinia, Tuscania, Arlena di Castro, Piansano, Tessennano. Diversamente dal passato però il ministero apre alla possibilità ai Comuni italiani non compresi nell’elenco di «autocandidarsi» per accogliere le scorie. Le richieste potranno arrivare entro 30 giorni. La Carta è stata elaborata da Isin e Sogin, la stessa struttura che dovrà valutare eventuali passi avanti da parte di nuovi Comuni. Questa possibilità è stata introdotta di recente dal governo nel decreto legge Energia.

LE REAZIONI
Non si fanno attendere le proteste accese dei sindaci della Tuscia. In particolare quelli di Tarquinia e Montalto di Castro, i centri più popolosi tra quelli indicati. «Che non si azzardino - tuona Alessandro Giulivi da Tarquinia - non permetteremo mai che i nostri territori diventino un deposito. Faremo le barricate e qua non entreranno. Utilizzeremo ogni mezzo in nostro potere per impedirlo. Abbiamo anche adottato un regolamento comunale che vieta le scorie. Ricorreremo in ogni sede. A prescindere dai criteri utilizzati per la valutazione, il ministero non considera che la nostra è una zona a vocazione turistica e agricola. Mettere un deposito qua significa creare un danno enorme anche sul piano dell’immagine. Per non parlare del fatto che siamo una zona protetta dall’Unesco per la nostra area archeologica. Da noi, mai».

Dello stesso tenore anche Emanuela Socciarelli da Montalto: «Dobbiamo continuamente difendersi da questo tipo di attacchi - spiega - il 30% del nostro territorio è coperto da impianti fotovoltaici, vogliono farci costruire impianti eolici in mezzo al mare. Basta. Faremo fronte comune con tutti i sindaci interessati e faremo in modo che qui da noi questo deposito non venga mai fatto. Il ministero dovrà ascoltare le nostre esigenze».

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Il Messaggero