Ritardi fino a 4 ore, i pendolari di Orte al ministro: «Chi è il responsabile?». E scatta la protesta

I ritardi del 7 settembre
«Gente che è arrivata a casa con 4 ore di ritardo su un tragitto che si dovrebbe percorrere in 33 minuti. Mamme costrette a pagare extra le baby-sitter, anziani...

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«Gente che è arrivata a casa con 4 ore di ritardo su un tragitto che si dovrebbe percorrere in 33 minuti. Mamme costrette a pagare extra le baby-sitter, anziani abbandonati in casa da soli, bambini di pochi anni per 4 ore su un treno senza acqua e senza un minimo di assistenza». Sembra uno scenario da Apocalypse Now. E invece è la cronaca del venerdì nero, patito dai pendolari il 7 settembre. «Dalle 16 la circolazione ferroviaria sulla linea Direttissima Roma–Firenze è rallentata per un inconveniente alla linea elettrica di alimentazione dei treni fra Settebagni e Capena dovuto a cause in corso di accertamento», riportava il sito di Rfi. E da allora è scoppiato il caos più totale. Ed è così che dal CoPeo, il comitato pendolari di Orte, hanno preso carta e penna per scrivere al ministro Danilo Toninelli.


«Quello che è successo venerdì 7 settembre - continua la lettera - non ha memoria.  Se non fosse chiaro noi pendolari il biglietto lo abbiamo pagato anche venerdì e a noi pendolari, che siamo abbonati, nessuno rimborserà nulla. Noi siamo clienti delle ferrovie, siamo gli unici "clienti" al mondo a non avere diritto a nulla. Nessuno che si scusa, nessun responsabile, nessun rimborso. Solo un anonimo altoparlante con voce registrata che..."si scusa per il disagio". Il primo settembre alcuni abbonamenti sulla tratta Orte-Roma sono aumentati per i pendolari del 20%
Non può andare bene così signor Ministro. Lei si è speso, appena arrivato, con belle parole per i pendolari. Le chiediamo di far seguire alle belle parole i fatti». 

E informano il responsabile del dicastero dei Trasporti che d'ora in poi i pendolari protesteranno. Come? «Quando il controllore passerà a chiedere l'abbonamento i pendolari chiederanno allo stesso di passare dopo 5 minuti e si "scuseranno per il ritardo"». Si potrebbe dire: chi di spada ferisce...


Rispetto a quanto accaduto nei giorni scorsi, infine, chiedono di «sapere chi sono i responsabili del disastro di venerdì 7 settembre e dei ritardi che si sono ripetuti l'8, il 9 e anche lunedì 10 settembre. Vorremmo inoltre che chi ha sbagliato paghi. Infine vogliamo che vengano pagate le penali previste dai contratti di servizio e che quei soldi vengono usati per un fondo per i pendolari». E chiudono chiedendo un incontro. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero