Cronache di pubblici gabinetti. Una vicenda che per Viterbo – città turistica in espansione, secondo i numeri – è una spina nel fianco da sempre. I...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
In tutto questo sciacquone, comune, c'è una nota positiva. Una piccola isola felice dove ci si può liberare tranquillamente delle proprie esigenze. Sono i bagni di piazza San Lorenzo, il posto più importante e turistico della città. Qui, i servizi igienici posizionati sotto la scalinata di Palazzo papale stanno vivendo una nuova giovinezza. E dire che fino a pochi mesi fa versavano in condizioni critiche, tragiche, anzi schifose, tanto da suscitare un sopralluogo – con tanto di foto – di Viterbo Civica. Allora la gestione era affidata al Comune, che ogni mattina mandava un dipendente (il proverbiale omino) che alla mattina apriva i bagni e alla sera li chiudeva. Lasciandoli incontrollato durante il giorno, e dunque preda dei maleducati e dei vandali, e del tutto serrati durante i giorni festivi. Col risultato che alla domenica, ma anche al 25 aprile, al Primo maggio, eccetera, i turisti erano costretti a rivolgersi al vicino museo Colle del duomo, o ai locali di via San Lorenzo e piazza della Morte, per espletare i loro bisogni fisiologici.
Oggi il discorso è cambiato. Perché la Curia vescovile – proprietaria di quei gabinetti – ha deciso di sollevare il Comune dalla gestione, e li ha affidati ad una cooperativa sociale, che impiega persone disagiate o con particolari problemi. Col risultato che adesso i servizi funzionano, sono puliti, e sorvegliati costantemente da una persona. Chi vuole, può offrire anche cinquanta centesimi di contributo per partecipare alle spese di manutenzione e di normale amministrazione. E finalmente i bagni nella piazza più visitata della città costituiscono un punto di civiltà per tutti quelli che vengono da fuori, o anche per quei viterbesi che si ritrovano “in emergenza” e non sanno dove andare. Un sollievo, e basta ricordarsi di tirare sempre lo sciacquone. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero