Ex caserma dei Vigili del fuoco: e vennero i giorni degli incontri ravvicinati. Tra Pietro Nocchi, presidente della Provincia, proprietaria dell’immobile, e Alessandro...
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Oggetto del faccia a faccia, fissato per il 22 gennaio, nella sede del rettorato di Santa Maria di Gradi: cominciare a mettere qualche punto fermo sulla proposta di Unitus di avere in comodato d’uso la struttura («per un periodo congruo»), recuperarla a proprie spese, trasformarla in un Polo accademico, aperto alla città in una logica plurifunzionale.
Il relativo progetto di massima, curato dallo stesso ateneo, è stato consegnato alla Provincia lo scorso dicembre. La relazione, accompagnata da tavole planimetriche, prevede la realizzazione di nuove aule e laboratori con l’accorpamento dei corsi di laurea umanistici; quindi un incubatore di idee per accelerare i processi di creazione di impresa; attività di supporto sociale per l’inclusione di soggetti deboli e diversamente abili; mantiene, memoria e simbolo storico del comando, l’edificio-torre che diventa struttura di supporto multimediale e di comunicazione; infine, spazi per iniziative culturali in condivisione con Provincia e Comune.
Entrambi gli interlocutori hanno intenzione di accelerare la definizione delle procedure da seguire, accomunando i rispettivi obiettivi politico-istituzionali. Ruggieri vuole in un certo senso “incoronare” l’ultimo anno del suo mandato con una operazione che ribadisce la vocazione della “Tuscia” a intervenire su immobili storici e farli diventare postazioni a servizio della collettività per funzioni non limitate alla didattica e alla ricerca.
«E’ di grande fascino – ha detto il magnifico nelle scorse settimane – poter costituire un grande polo accademico nelle vicinanze del centro della città, con evidenti benefici non solo per la capacità attrattiva dell’Ateneo, ma anche per l’indotto economico e per la complessiva migliore qualificazione del quartiere».
Sull’altro versante, il giovane Nocchi intravvede la possibilità di intestarsi una operazione (a costo zero) che fa riaccendere i riflettori su Palazzo Gentili e lo fa uscire dal cono d’ombra in cui l’ha gettato la riforma De Rio, prosciugandone le competenze e le risorse economiche.
Date queste premesse, l’incontro del 22 appare decisivo. «Anche se la caserma di via Oslavia è ancora a servizio dei Vigili – rilevano a Gradi – nulla osta ad affrontare i vari aspetti sottesi al contratto di comodato, alla redazione del progetto definitivo, al coinvolgimento del Comune per il cambio di destinazione d’uso rispetto alle norme del vigente Prg». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero