Omicidio di Matias, un mazzo di chiavi e un paio di scarpe per chiudere l'indagine

Il sopralluogo dei carabinieri
Un mazzo di chiavi e un paio di scarpe. Il sopralluogo dei carabinieri di ieri mattina nella casa del piccolo Matias a Cura di Vetralla si è concentrato principalmente su...

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Un mazzo di chiavi e un paio di scarpe. Il sopralluogo dei carabinieri di ieri mattina nella casa del piccolo Matias a Cura di Vetralla si è concentrato principalmente su due elementi. Due elementi utili per gli investigatori per fugare gli ultimi dubbi. Matias, dieci anni, è stato ucciso il 17 novembre scorso nella casa che condivideva con la mamma dal padre Mirko Tomkow.

Secondo la ricostruzione il 44enne polacco, rispetto nel carcere di Mammagialla, quel tragico giorno sarebbe stato totalmente ubriaco, sarebbe entrato in casa e avrebbe urlato al figlio che avrebbe anche tentato di scappare. Poi il nastro adesivo per non farlo gridare e il coltello alla gola. Il sangue. E la decisione di metterlo nel cassettone del letto. E poi un attimo, minuscolo di lucidità, e la decisione di farla finita. Avrebbe imbevuto un lenzuolo di liquido infiammabile per dare fuoco a tutto e farla finita. Ma l’alcol in corpo sarebbe stato più veloce. E in poco l’uomo sarebbe svenuto privo di sensi finendo in coma etilico. A scoprire la macabra scena la mamma di Mirko rientrata a casa poco dopo le 15.

Ieri mattina i carabinieri durante l’ennesimo sopralluogo si sarebbero concentrati sul mazzo di chiavi di proprietà di Tomkow per verificare che sia stato lui ad aprire la porta della casa al civico 6 di Stradone Luzi a Cura di Vetralla, e su un paio di scarpe. Scarpe che avrebbe indossato l’indagato quando è arrivato nell’appartamento. Sembrerebbe infatti che quando i sanitari del 118 lo hanno trasferito in stato di incoscienza all’ospedale di Belcolle non le avesse più ai piedi. Ma quelle scarpe avrebbero lasciato tracce in casa.

Pochi ultimi dettagli per arrivare a mettere la parola fine dell’indagine per la morte di Matias Tomkow. Chiudere l’inchiesta e portare Mirko Tomkow subito a processo davanti alla Corte d’Assise del Tribunale di Viterbo.

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Il Messaggero