Vulci relaga una nuova scultura etrusca durante l’ultima campagna di scavo alla necropoli dell’Osteria. Gli archeologi hanno rinvenuto una statua raffigurante un...
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«Questa è una raffinata testimonianza – spiega il direttore scientifico di Fondazione Vulci, Carlo Casi - di quella che fu una tradizione propria della produzione artistica vulcente del VI secolo a.C. In questo periodo botteghe vulcenti scolpirono sfingi, leoni, pantere, arieti, centauri e mostri marini, vigili guardiani della quiete eterna dei morti. Ma già intorno al 520 a.C. la produzione di queste statue venne a cessare, forse nel tentativo di porre un limite alle ostentazioni di lusso ormai ritenute inopportune».
I lavori di scavo, diretti dalla dirigente Simona Carosi della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale, con il contributo del Comune, sono iniziati a ottobre scorso poi ripresi in questo mese per completare l’area della necropoli dell’Osteria, dove a fine 2011 venne trovata la Sfinge di Vulci che sarà esposta in una mostra il 2 agosto presso il Museo archeologico “Giovamangelo Camporeale” a Massa Marittima. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero